Halloween 2020. Il re è nudo. Le ordinanze tese a contenere l’emergenza sanitaria hanno fermato i festeggiamenti di Halloween un po’ in tutta Italia e nessuna protesta è montata nel Paese. Il perché è presto detto: Halloween è una festa inventata, una ricorrenza creata ad arte, e non c’è niente da festeggiare. Antropologicamente la festa è un momento che interrompe il solito scorrere del tempo per fare memoria di un avvenimento; le forme della festa sono determinate dalla posizione che una determinata cultura ha assunto nei confronti di quel fatto: gratitudine, affermazione, commemorazione, avversione, ostilità. Così, tralasciando volutamente le feste religiose, il 25 aprile si festeggia la liberazione dalla dittatura, il primo maggio si omaggia il lavoro, il 2 giugno si onora la Repubblica e il 15 agosto originariamente si celebrava un riposo retribuito offerto dall’Imperatore.



Alla luce di tutto questo Halloween è la prima festa nichilista del nostro tempo: uno spazio che non ci appartiene e che non commemora alcunché per il semplice motivo che ad Halloween non è successo nulla. Non ci si maschera come a Carnevale per sovvertire l’ordine costituito e lanciare implicitamente un monito contro il caos e l’eccesso che allontana l’uomo dal suo cuore; non ci si raduna come nella notte di San Silvestro per congedarsi dal passato e accogliere con speranza il futuro che bussa alle porte, non c’è una storia – un mito – da trasmettere alle nuove generazioni per la loro edificazione umana e morale: c’è solo il nulla, un nulla condito da leggende, animato da suggestioni, intriso di illusioni nello stesso modo in cui la realtà contemporanea è un mix di fantasie, suscettibilità e fatti apparenti.



Halloween è forse il punto più basso, durante tutto l’anno, del nostro fallimento educativo: si abusa della fiducia primaria che i bambini ripongono negli adulti per entusiasmarli sull’onda del nulla, dell’assenza, del vuoto. Non si tratta di alimentare uno sdegno moralista verso una festa dai tratti poco significativi e triste: Halloween si può festeggiare senza tante dietrologie e preoccupazioni. Il punto è che con ogni festa noi costruiamo un po’ della nostra coscienza collettiva e ancora non è ben chiaro che cosa si vorrebbe dire, che cosa si vorrebbe festeggiare, elevando un’operazione folkloristica a rango di ricorrenza.



È proprio l’assenza di senso a caratterizzare la portata di un giorno che, al contrario, sarebbe la vigilia della grande festa cristiana della santità. Giorno ignorato o ridotto al tempo dell’omaggio ai defunti, calpestando la forza dell’1 novembre. A ogni buon fine, al di là delle polemiche e di “dolcetto e scherzetto”, la festa è tutta qua. Emblema indiscusso della tragedia dell’uomo contemporaneo, questa ricercata festività – certamente innocua e non attrezzata dal diavolo, ma specchio di un mondo che cerca di esorcizzare la paura dalla quale si sente sopraffatto – almeno per quest’anno c’è stata risparmiata. E forse, in mezzo a tutti i guai portati dalla pandemia, questa è, in fondo, la prima vera buona notizia di quest’anno.