Nelle ultime ore sono emersi dettagli agghiaccianti sul rapimento, da parte dei terroristi di Hamas, dei bambini in Israele, diventati oggetto di attenzione mediatica fin dai primissimi giorni del conflitto, in cui all’interno di un kibbutz sono stati individuati centinaia di cadaveri, in alcuni casi decapitati. Uno dei capi dell’organizzazione, ad Al Jazeera ha smentito fermamente questo punto, sottolineando che il loro unico obbiettivo erano i militari, mentre i civili sono stati presi di mira da altri civili.
Eppure, il castello di carte che Hamas ha cercato di mettere in piedi cozzerebbe ampiamente con le nuove rivelazioni, fatte scoprendo alcuni documenti definiti “top secret” nelle tasche di alcuni miliziani uccisi nelle ultime ore. Foglietti, scritti in arabo, in cui si forniscono ai miliziani tutte le informazioni per trovare e catturare più bambini possibili, con il terribile consiglio di “uccidere quante più persone possibile, sequestrare ostaggi e trasferirli rapidamente nella Striscia”. Un consiglio comune, che si accompagnava anche a suggerimenti mirati sugli orari e sulle consuetudini dei civili che i terroristi di Hamas avrebbero dovuto catturare in una determinata area, accompagnati da mappe dettagliate e informazioni precise.
I documenti choc di Hamas sui bambini di Israele
Tra i tanti suggerimenti dati dai vertici di Hamas per catturare gli ostaggi in Israele, sottolinea il Messaggero citando quei documenti riservati, emerge il consiglio di “cercare nel centro giovani del Bene’ akiva”, ovvero un’organizzazione giovanile ebraica, o anche “nella vecchia scuola elementare di Da’at”. Insomma, un’organizzazione estremamente precisa e meticolosa che, ora, sta venendo vagliata attentamente dai vertici militari israeliani, nel tentativo di sgominare eventuali piani simili che potrebbero essere messi in atto nei prossimi giorni.
Tra i documenti, però, Hamas sembra aver anche raccolto informazioni precise sui kibbutz al confine con la Striscia, in particolare quelli di Kfar Sa’ad, Kfar Aza, Nahal Oz e Alumim, con anche l’indicazione dei comandanti che hanno condotto gli attacchi. In merito a questi, inoltre, si definivano ed indicavano anche dettagli precisi, come la distanza da rispettare nei convogli militari, di massimo 250 metri con veicoli a 50 metri l’uno dall’altro. Per i kibbutz, invece, i militanti di Hamas avevano anche ricevuto mappe interne sui luoghi in cui avrebbero potuto trovare i militari ed, ovviamente, gli ostaggi civili da catturare, con attenzione particolare a bambini e donne.