Hamas, in un’intervista rilasciata un anno prima della guerra a Gaza, ripresa e tradotta da MemriTV e citata da Libero, si lamentò dell’eccessivo maschilismo che permea l’organizzazione terroristica, sottolineando come le donne militanti desiderano avere gli stessi diritti dei loro “colleghi” maschi. Circostanza, tuttavia, che è spesso loro negata, in un atto che lei ritiene essere scorretto, soprattutto perché le donne di Hamas sarebbero ben disposte a immolarsi come kamikaze, diventando delle martiri, specialmente se questo potesse essere un modo per difendere i loro stessi figli maschi. Ed in merito ai bambini la sua idea è che l’indottrinamento alla causa palestinese dovrebbe arrivare fin dalla più tenera età.
Al-Halabi: “Hamas è troppo maschilista”
Insomma, in altre parole, secondo Rajaa Al-Halabi il movimento terroristico di Hamas sarebbe permeato da un diffuso maschilismo. Stragi, omicidi, decapitazioni e stupri in nome di Allah, insomma, non sarebbero nulla di troppo negativo, ma di contro il maschilismo è un problema, anche bello grosso per la leader femminista di Gaza. “Molte donne”, ha spiegato nella sua intervista rilasciata meno di un anno fa (precisamente lo scorso dicembre), “desiderano essere al posto di chi cerca il martirio, o insieme a loro”.
Vietare alle donne di Hamas di immolarsi come kamikaze, secondo Al-Halabi, sarebbe un controsenso, perché “la maggior parte degli asili a Gaza appartiene alle nostre sorelle. I bambini sono cresciuti fin dalla tenera età in questa cultura”, ovvero in quella di “Allah è il nostro obbiettivo” e in quella del grido alla “jihad per il bene di Allah”. Secondo la leader femminista, in particolare, “fin dall’infanzia i bambini sono nutriti per amare la jihad, per voler incontrare Allah e per amare la lotta contro il nemico”. Inoltre, si dovrebbe concedere la possibilità di diventare martiri alle donne di Hamas, sempre secondo l’attivista, anche perché “se a una donna viene data la scelta di andare per prima o di far andare suo figlio per primo al martirio, sceglierebbe di essere lei stessa“.