Invio di fondi e aiuti economici da parte dell’Europa in Palestina dirottato verso organizzazioni terroristiche per costruire armi. Stanziamenti gestiti in maniera autonoma che, come dimostrerebbero alcuni documenti dei magistrati contabili, sarebbero stati utilizzati non esattamente per i progetti ai quali erano stati destinati. Come riporta una lunga inchiesta di Panorama, l’Unione Europea da anni invia a Gaza ingenti quantità di denaro, al fine di promuovere opere di pubblica utilità come l’ampliamento della rete idrica o la costruzione di ospedali. Purtroppo però a causa dell’elevato livello di corruzione, gran parte di questi finanziamenti sono intercettati da Hamas ed utilizzati per alimentare le milizie e costruire nascondigli oltre che fabbricare missili.



Lo dimostra un documento ufficiale prodotto da Bruxelles, nel quale si specifica che, parte dei fondi Ue facenti parte del progetto “Pegasus” risulta essere persa o “sperperata“. A quanto pare infatti la ragioneria della Commissione Europea indagando ha scoperto che solo una percentuale degli aiuti è effettivamente stata consegnata ed utilizzata per i sostegno dei cittadini palestinesi, il resto non si sa dove sia finito. E si sta parlando di circa 5,6 miliardi di euro spesi dal 1994 al 2012.



La dispersione degli aiuti umanitari a Gaza, fondi intercettati da Hamas e usati per fabbricare missili

Oltre al documento che attesta la dispersione degli aiuti economici provenienti dall’Unione Europea diretti a Gaza per opere di pubblica utilità, ci sarebbero anche numerose inchieste condotte negli anni da vari enti di controllo dati israeliani, a dimostrazione delle fonti di finanziamento ad Hamas, mascherate da fondi a fini umanitari, da parte di associazioni ed investitori. Non solo dall’Europa ma anche dagli Stati Uniti. Soldi che passano attraverso una gestione autonoma da parte delle Ong, ma che alla fine vengono utilizzati dall’organizzazione terroristica Hamas per altre finalità. Senza tralasciare i movimenti e versamenti certificati, almeno 500 milioni di dollari, da parte di finanziatori del mondo arabo, destinati senza mezzi termini a sostenere ed aiutare Hamas a: “sviluppare missili e sistemi difesa“.



Anche l’annunciato blocco dell’invio di donazioni dall’Europa, dopo l’attacco del 7 ottobre, è stato revocato, per il momento i fondi resteranno attivi, ma da Bruxelles hanno assicurato che ci saranno più controlli. L’Italia partecipa da anni a queste operazioni, ma dopo l’emergere di queste inchieste e soprattutto alla luce della situazione attuale, dalla Farnesina hanno assicurato che sarà fatta chiarezza sull’esatta destinazione degli aiuti. Per assicurarsi che davvero sostengano la popolazione nel diritto alle cure, allo studio e a migliorarne le condizioni di vita.