Sarah Daoud, ricercatrice presso il Centro internazionale per le ricerche a Sciences Po, ha parlato del conflitto tra Hamas e Israele sulle pagine del Fatto Quotidiano, dicendosi convinta che nonostante i proclami di Netanyahu non si riuscirà, probabilmente mai, a eradicare completamente i terroristi da Gaza. Complessivamente, infatti, seppur “la loro popolarità nella Striscia è andata declinando nel tempo, ogni episodio di guerra rafforza il sostegno al movimento“.



Hamas, infatti, rappresenta “la resistenza armata” per i palestinesi, mentre l’Autorità palestinese “in Cisgiordania è percepita come collaboratrice di Israele“. Nonostante questo, però, “se le elezioni si fossero svolte come previsto nel 2021, il movimento sarebbe uscito indebolito dalle urne”, ragione per cui “il solo strumento di legittimazione che gli resta è la lotta armata”, seppur si dice convinta che “questa guerra confermerà il sostegno degli abitanti di Gaza” al gruppo terroristico. In ogni caso, però, secondo Daoud “Hamas non potrà scomparire” perché “ci saranno sempre bambini che oggi hanno dieci anni e che tra dieci anni riprenderanno la lotta armata. Molte persone che non sono combattenti, lo diventeranno di fronte alle distruzioni o alle perdite”.



Daoud: “L’Anp non potrà governare a Gaza finché ci sarà Hamas”

Su come si configurerà il potere politico nella Striscia dopo la fine della guerra tra Israele e Hamas, Daoud fatica a fare una qualche previsione, sottolineando che “non sappiamo come sarà Gaza dopo, se ci saranno zone cuscinetto o territori occupati”. In ogni caso, però, nega fermamente l’idea che “gli attuali responsabili dell’Anp possano imporsi a Gaza”, specialmente fino a quando esisteranno i terroristi.

“L’Anp” infatti, spiega la ricercatrice, a differenza di Hamas, “non ha alcuna influenza su Gaza. È inesistente” e dunque, “immaginare un qualunque ruolo dell’Autorità palestinese a Gaza in un prossimo futuro, anche senza tenere conto del rifiuto di principio di Netanyahu, mi sembra irrealistico”, ma rimane pur sempre “tutto molto incerto”. Complessivamente, comunque, non può fare a meno che sottolineare come Hamas, mentre la guerra distrugge la Striscia, “continua ad organizzarsi politicamente fuori da Gaza. Molti suoi leader sono in esilio in Qatar o Turchia” e i membri di alto rango dell’organizzazione terroristica continuano a tessere i loro rapporti con i leader internazionali, al punto che “non scomparirà dalla scena politica palestinese”, per quanto indebolita possa uscirne.