Dai negoziati in corso al Cairo tra Israele e Hamas, nel corso dei quali si dovrebbe spianare la strada ad un cessate il fuoco per liberare ostaggi e prigionieri, emerge un quadro piuttosto preoccupante, perché sembra che i terroristi non siano in grado di rintracciare 40 tra gli israeliani catturati il 7 ottobre. La loro liberazione, spiega la Cnn che ha dato la notizia riferendosi a fonti israeliane vicine si negoziati, era un tassello fondamentale per arrivare ad un cessate il fuoco, chiesto esplicitamente dal governo di Tel Aviv.
Secondo il quadro stabilito dai negoziati, infatti, Hamas avrebbe dovuto liberare 40 ostaggi contenuti in un elenco e che comprendono tutte le donne, gli uomini malati e gli anziani ancora detenuti, ottenendo in cambio da Israele “centinaia di prigionieri palestinesi“. Tuttavia, i negoziatori dei terroristi avrebbero riferito ai mediatori di non essere in grado di rintracciare 40 persone che possano corrispondere ai criteri stabiliti, causando non poco risentimento (e preoccupazione) nei funzionari israeliani e internazionali. Secondo la fonte della Cnn, infatti, ormai si può ritenere che la maggior parte degli ostaggi che furono catturati da Hamas il 7 ottobre siano morti e la posizione dei terroristi, ha spiegato una seconda fonte, potrebbe rappresentare un grosso ostacolo per il proseguo dei negoziati.
Qual è la situazione degli ostaggi di Hamas: circa 129 ancora detenuti, 33 morti
Tuttavia, seppur non si sappia nulla di quei 40 ostaggi, Israele avrebbe avanzato anche una controproposta, permettendo ad Hamas di includere nel rilascio anche gli uomini, partendo dai giovani e, soprattutto, dai soldati dell’Idf. Complessivamente, secondo la Cnn, si ipotizza che la maggior parte degli israeliani in mano ai terroristi siano soldati o, comunque, uomini in età militare, che sarebbero tornati utili, ad Hamas, per un’altra trattativa futura nella quale avanzare, in cambio degli ostaggi, richieste più significative ad Israele.
Tornando al 7 ottobre, si stimò che complessivamente furono catturati più di 250 israeliani, poi distribuiti tra i vari membri di spicco dei terroristi, tra gli altri gruppi militari nell’area e, in pochi casi, all’interno delle case dei palestinesi. Dopo la prima tornata di scambi tra prigionieri e ostaggi avvenuta a novembre, interrotta improvvisamente da Hamas, gliene rimasero circa 129, dei quali (secondo una stima del governo israeliano) almeno 33 sono sicuramente morti. Ignoto, attualmente, quanti ne rimangano in vita, quanti siano i militari concretamente catturati e la condizione di salute di tutti gli israeliani catturati: temi sui quali più volte Tel Aviv ha chiesto chiarezza ai terroristi, che si sono sempre giustificati con il fatto che, per redigere una lista completa, occorre interrompere i combattimenti.