Domenico Quirico, nota firma del quotidiano La Stampa, esperto di esteri ed anche inviato di guerra, ha pubblicato sul giornale torinese una riflessione sulla guerra tra Hamas e Israele. Non si tratta, però, di un commento alla situazione in generale, quanto piuttosto alla recente annuncio da parte delle forze armate israeliane, chiamate Tzahal, che dopo aver ripreso possesso del kibbutz di Kfar Aza, occupato da due giorni dai militanti di Hamas, hanno scoperto parecchi cadaveri, tra cui quelli di “quaranta bambini tra cui alcuni neonati. Massacrati. Alcuni pare decapitati”.



Una atrocità, secondo Quirico e secondo il parere di chiunque, della quale non si era macchiato neppure “il pianificatore di una strage collettiva forse più esplicito e orgoglioso di sé, il cambogiano Pol Pot“. Questi, spiega il giornalista, “aveva deciso che l’uomo nuovo poteva sbocciare solo se tutti gli uomini adulti, con le loro impurità abitudini e peccati, venivano uccisi. Uno ad uno. Ma aveva ordinato di salvare i bambini: non per pietà ma perché erano innocenti, si poteva lavorare sulle loro anime, modellarle”. Quirico non vuole parlare dei morti militari o delle rispettive perdite, ma “mi fermo davanti a quei quaranta bambini, un vortice che chiama senza voce, un abisso da cui sale la vertigine“.



Quirico: “Hamas uccide i bambini per cancellare il popolo israeliano”

“Hanno sentito le madri urlare”, sostiene ancora Quirico soffermandosi proprio su quei bambini massacrati da Hamas, “si sono messi a piangere sopratutto perché loro piangevano. Forse hanno capito, i più grandi, che si trattava di questo, di morire. La morte è stata un cuneo feroce di verità nel dolce non sapere della infanzia. Ha strappato l’ingenuità come una benda dagli occhi”. Mentre noi, secondo il giornalista, dovremmo chiederci se davanti ad un tale massacro è ancora possibile chiudergli gli occhi e parlare “dei diritti dell’uomo, dei crimini di guerra, dei popoli spinti al macello”.



Analizzando strettamente le motivazioni per cui Hamas abbia deciso di uccidere i bambini, Quirico parla chiaro sostenendo che “è l’atto simbolo della volontà di annientamento dei popoli, fa sì che l’uomo si senta estraneo alla creazione. È la vittoria assoluta della morte”, sottolineando come su tutto Israele “incombe l’ombra immane di Auschwitz“. Il male, sostiene, si nasconde soprattutto nella volontà di “far subire violenza, anche quella che viene definita ‘giusta’ perché proclamata come riparazione, vendetta della memoria”. In altre parole, conclude Quirico, “per me Kfar Aza è la più recente manifestazione del Male, è l’illusione del potere assoluto che offre il dare la morte, di far soffrire soprattutto chi è innocente. Questi quaranta corpi di bambini sono il riassunto del Male”.