HAMILTON CONTRO LA FIA: I PILOTI NON POSSONO ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI
Hamilton contro la FIA. Il sette volte campione del mondo, da sempre vicino ai diritti civili in ambito, ha alzato la voce con la Federazione Internazionale dell’Automobile circa il divieto di parola in determinate circostanze. Stando alla FIA, inizialmente senza previa approvazione era impossibile fare commenti politici, religiosi o personali. Un bavaglio alla bocca che ha fatto storcere il naso ai piloti di Formula 1 capitanati da Sir Lewis che ha affermato senza troppi giri di parole: “Niente mi impedirà di parlare delle cose che mi appassionano”.
Sempre la FIA, venerdì ha fatto un passo indietro dicendo che i piloti potranno “esprimere le proprie opinioni su qualsiasi questione politica, religiosa o personale nel proprio spazio e al di fuori del quadro della competizione”. Questo andrebbe dunque ad includere alcune dinamiche specifiche come le interviste ai media e tramite i propri social. D’altro canto però non è tutto oro quel che luccica con la FIA che ha messo in chiaro come “durante i momenti chiave di tutte le competizioni motoristiche, come i podi, gli inni nazionali e le attività ufficiali i piloti non potranno esprimere le proprie opinioni”.
HAMILTON CRITICA LA FIA, LA SITUAZIONE
Hamilton contro la FIA. Il pilota con più vittorie, podi, pole e punti nella storia di questo sport non ha mandato giù gli obblighi della Federazione che ha come Presidente l’imprenditore Mohammed Bin Sulayem, nativo degli Emirati Arabi Uniti. Le continue postille aggiunte dalla FIA, come per esempio “occasioni eccezionalmente trattato caso per caso” danno sempre più l’idea di permessi molto relativi e una libertà di parole non così veritiera.
Come contromossa per combattere il punto di vista dei piloti, la FIA ha sottolineato che in caso di mancato rispetto del divieto gli atleti coinvolti verranno sanzionati attraverso ammonimenti o addirittura la sospensione. Hamilton sembra però mettere l’etica davanti a tutto e durante questa delicata settimana per quanto riguarda questo argomento si è nuovamente espresso contro questi obblighi: “Lo sport ha la responsabilità di parlare e creare consapevolezza su argomenti importanti, in particolare mentre viaggiamo in luoghi diversi. Quindi non cambia nulla”.