Vedere, ma non riuscire a dare un nome ai volti. È possibile e accade quando si soffre di prosopagnosia, malattia per la quale non si riesce a riconoscere persone, cose e animali, neppure se stessi. Hanna Read, una 22enne infermiera inglese, ne soffre da quando ha 14 anni. Tutta colpa di una encefalite scatenata dalla febbre sorda, l’herpes labiale. Era il 2006 ed era con la sua famiglia in vacanza alle Canarie. Cominciò ad avere mal di testa, svenimenti e pure attacchi epilettici. Finì in coma e rimase ricoverata tre settimane fino a quando non venne trasportata in aereo a Londra. Una volta guarita dall’encefalite, Hanna scoprì che non solo doveva di nuovo imparare a camminare, parlare e scrivere, ma anche che non riconosceva le persone, pur riuscendo a vederle. Con il tempo è riuscita ad individuare delle strategie compensatorie. Riconosce subito le voci e si serve di Google Maps per ritrovare le strade.



La sua sindrome, chiamata anche “cecità dei volti”, è già nota, ma ora torna d’attualità perché le difficoltà sono aumentate con l’uso delle mascherine a causa della pandemia Covid. Peraltro, anche chi non soffre di questo disturbo neurologico sta riscontrando delle difficoltà nel riconoscere amici e conoscenti “mascherati”.



PROSOPAGNOSIA, ENCEFALITE E VIRUS

Questo aspetto è stato approfondito recentemente tramite uno studio realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Psicologica del Centre for Vision Research della York University di Toronto, in collaborazione con quelli della Ben-Gurion University of the Negev, in Israele. La ricerca ha evidenziato che l’uso delle mascherine ha causato un cambiamento nel modo in cui i volti vengono percepiti. Le mascherine nascondono la parte inferiore del volto, la zona della bocca e del naso, che rappresentano delle informazioni fondamentali per elaborare il viso nel suo complesso. Ma Hanna Read è tornata a parlare della sua storia soprattutto per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’encefalite e la prosopagnosia, che possono essere contratte tramite qualsiasi infezione virale, tra cui pure il coronavirus. Infatti, la Encephalitis Society ha registrato diverse segnalazioni di pazienti positivi al Covid che hanno poi sviluppato meningoencefalite. Stando a quanto riportato dal Daily Mail, i dati preliminari suggeriscono che il Covid abbia complicazioni neurologiche in circa il 30% dei pazienti.

Leggi anche

Alluvione Spagna, video/ Valencia, 60 morti e centinaia di sfollati: allerta per rischio tornado a Barcellona