Hannah Arendt continua a influenzare il pensiero contemporaneo, perché ha riflettuto su molte delle questioni che ancora ci preoccupano, come la confusione tra fatti e opinioni, la crisi della cultura o il totalitarismo. Un saggio pubblicato sul quotidiano “El Pais” approfondisce l’attualità di Hannah Arendt. La filosofa tedesca guardava e descriveva con “empatia e onestà intellettuale” le turbolenze politiche del XX secolo.
L’originalità di Arendt, secondo l’articolo su El Pais, sta proprio nel fatto che i suoi libri “sfuggono a qualsiasi classificazione”, hanno ognuno scopo e tema diversi, “con la precisione di un chirurgo e la bellezza di coloro che sanno che la lingua è un tesoro prezioso, sfuggendo a qualsiasi tentazione di racchiudere il loro pensiero in un sistema”, per costruirci un rifugio rassicurante dove tutto si adatta a noi.
Hannah Arendt invece “descrisse l’attività del pensiero mentre comprendeva la propria vita”, affrontando “i problemi più complessi con il coraggio e la prudenza del pensatore che li guarda frontalmente e li analizza a distanza e con il filtro della riflessione”. Ha parlato della radicalità del male e della sua banalizzazione, del totalitarismo, del pensiero e della “luce brillante della presenza costante degli altri”.
HANNAH ARENDT, UN PENSIERO ANCORA ATTUALE
Verità e bugie in politica, attrazione per la violenza: sono solo alcuni esempi di tutto ciò che Hannah Arendt ha pensato in modo genuino, controverso e incisivo, sempre con la propria voce. Ecco perché la filosofa tedesca “ci sfida ancora oggi”. Negli ultimi anni, siamo stati costretti a rivolgere lo sguardo verso “Le origini del totalitarismo“, dove seziona le chiavi che spiegano la “strana lealtà” ai movimenti di massa che i populisti di ogni genere cercano anche oggi.
Un seguito acritico legato all’idea di fare parte di qualcosa di più grande di una forza politica convenzionale, bensì di un movimento. Molti dei fenomeni che descrivono questa era “post-verità” sono stati spiegati e sviluppati da Hannah Arendt quando ha parlato della costante adesione ai nuovi demagoghi del suo tempo. Sopravvivendo a un tempo più travagliato di oggi, Arendt ha saputo vedere che ciò che convince i membri di questi movimenti non sono i fatti ma l’apparente coerenza di ciò a cui sentiamo di appartenere.
Arendt ci ha anche aiutato a distinguere tra verità e opinioni fattuali, avvertendoci che “la libertà di opinione è una finzione se l’informazione obiettiva non è garantita e i fatti stessi non sono accettati”. Da queste osservazioni si distingue l’immensa importanza che Arendt attribuiva alla sfera pubblica, quello spazio che consente l’esistenza di un “mondo comune” e la sua inevitabile connessione con la pluralità di opinioni e libertà umana.