Hannah Ritchie, ricercatrice dell’Università di Oxford e responsabile della ricerca presso il sito Our World in Data, ha pubblicato un libro dal titolo Not the end of the World contro l’ambientalismo apocalittico. La pubblicazione è prevista negli Stati Uniti il 9 gennaio, ma Bill Gates lo ha già eletto a libro più importante, più sorprendente e più interessante del nuovo anno. L’autrice, in una intervista a Il Foglio, ha svelato alcuni dettagli sul contenuto.
“Nel libro mi sono concentrata prevalentemente sul cambiamento di alcuni parametri ambientali: emissioni di carbonio, uso di combustibili fossili, deforestazione, inquinamento da plastica e perdita di biodiversità. La maggior parte di queste tendenze sta andando rapidamente nella direzione sbagliata: le cose in effetti stanno peggiorando”, ha premesso l’esperta. Ciò, però, non basta a giustificare l’ambientalismo apocalittico. “L’aspetto che mi è sfuggito in passato – e che penso non sia scontato – è il modo in cui il progresso umano si è evoluto negli ultimi secoli. E dunque non c’è dubbio: quello attuale è il momento migliore per essere vivi”.
Hannah Ritchie contro l’ambientalismo apocalittico: il libro della ricercatrice
Le ragioni per cui la professoressa Hannah Ritchie è convinta del fatto che non si viva così male come gli allarmisti sostengono sono diverse. “In passato, circa la metà dei bambini moriva prima di raggiungere la pubertà. Oggi questo dato drammatico è inferiore al 4%. La maggior parte delle persone viveva in condizioni di estrema povertà, oggi questo capita in meno di 1 caso su 10. Le madri hanno molte meno probabilità di morire di parto, viviamo più a lungo, abbiamo l’opportunità di andare a scuola, siamo protette dalle malattie mortali e siamo ben nutrite. Anche i decessi dovuti a disastri naturali sono diminuiti nell’ultimo secolo”, ha sottolineato.
Anche se c’è ancora molto da fare. “La maggior parte dei parametri del progresso umano sta andando nella giusta direzione. Il mondo è ancora terribilmente disuguale, sì, e abbiamo molto altro da migliorare. Ma le cose stanno migliorando per la maggior parte delle persone nel mondo”. E conclude: “È importante trovare un equilibrio tra il riconoscimento che il cambiamento climatico è un problema estremamente serio e urgente che dobbiamo affrontare e l’avere spazio per l’azione e l’ottimismo per il fatto che c’è qualcosa che possiamo fare al riguardo”.