Non bastava in Cina l’allarme Coronavirus: adesso torna l’ansia da hantavirus dopo un tweet preoccupante di Global Times che ha scatenato paure in vista di una seconda epidemia. Occorre però specificare come un singolo caso segnalato non sia affatto da considerarsi come nuovo focolaio e come non sia affatto un nuovo virus. Seppur raro, il primo ceppo di Hantavirus risale alla guerra di Corea. I ricercatori rintracciarono il primo caso di morte relativo ad un uomo 38enne dello Utan nel 1959. L’Hantavirus si manifesta con febbre, dolori muscolari e polmonite ed ha un tasso di mortalità del 38%, superiore rispetto alla semplice influenza stagionale il cui tasso e di circa lo 0,1%. Questo virus può causare anche la febbre emorragica che però riguarda solo l’Asia orientale e l’Europa ma non le Americhe. A differenza dell’Hantavirus, tuttavia, il Coronavirus ha riguardato il mondo intero nel giro di pochi mesi. La grande differenza rispetto al Covis-19 è che non viene trasmesso tra gli uomini (è diffuso dai roditori) dunque non si dovrebbe temere un nuovo focolaio causato dall’Hantavirus. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



HANTAVIRUS: NUOVO ALLARME IN CINA

Mentre la Cina sta faticosamente cercando di uscire dall’emergenza coronavirus, si apre all’orizzonte un potenziale secondo allarme generato da un “nuovo” virus che si è “affacciato” in questi ultimi giorni: si tratta dell’Hantavirus ovvero un’infezione da sindrome polmonare scatenata da un patogeno trasmesso da dei roditori. Un operaio in Cina è morto nel giro di poche ore dopo essersi sentito male mentre in autobus stava andando al lavoro a Shandong (nella contea di Ningshan) insieme ad altri 29 colleghi. Non si tratta dell’area di Wuhan ma tra l’Hantavirus e il coronavirus che sta funestando mezzo mondo, vi sono diversi contatti che ne aumentano il grado di allarme.



Il suo nome è originato dal fiume entro cui i soldati americani ne vennero contagiati durante la Guerra di Corea nel 1950, ma è diffuso poi in varie parti del mondo (assumendo anche nomi “esotici” diversi, come virus delle Ande in Cile): l’Hantavirus è sostanzialmente una febbre emorragica con sindrome renale, che scatena per l’appunto febbre molto alta, emorragie e possibili danni ai reni e può essere provocato da contatti con roditori come il mangiare cibo toccato dai topi in precedenza oppure anche respirare in ambienti dove ci sono state contaminazioni dalle feci degli stessi animali.



CHE COS’È L’HANTAVIRUS: LE DIFFERENZE COL COVID

La notizia della morte per Hantavirus è stata data nelle scorse ore dal quotidiano cinese Global Times: «Un uomo proveniente dalla provincia di Yunnan è morto lunedì mentre stava rientrando in bus nella provincia di Shandong. L’uomo è risultato positivo all’ #hantavirus. Ad altre 32 persone presenti sull’autobus è stato fatto il test». In attesa di capire che possibili effetti possa avere un potenziale contagio di questo particolare virus, è utile provare a capire da dove viene originato e soprattutto quale tipo di correlazione vi sarebbe con il coronavirus. Del virus dei roditori già ne avevamo parlato nel lontano 2012, ma ciclicamente nel mondo vi sono nuovi casi di febbri e virus generati da contatto-presenza di topi: «Si diffonde da topi / ratti se gli esseri umani vengono in contatto con i loro fluidi corporei. La trasmissione uomo-uomo è rara» ha spiegato su twitter la scienziata Sumaiya Shaikh, eppure il pericolo resta.

«I casi umani di infezione da hantavirus generalmente si verificano nelle aree rurali (foreste, campi, fattorie, ecc.), dove si possono ritrovare i roditori portatori del virus», spiega il Ministero della Salute nell’apposito focus sull’Hantavirus: resta dunque molto difficile la trasmissione su larga scala, a differenza del coronavirus, ma delle somiglianze vi sono. I sintomi iniziali sono aspecifici e simili all’influenza, proprio come il Sars-Cov-2 e poi l’Hantavirus è anch’esso un virus a RNA e si trasmette tramite un’iniziale zoonosi (ovvero malattia trasmesse dall’animale all’uomo). Per fortuna però, come abbiamo già visto, la trasmissione è molto più rara e molto più complessa rispetto al coronavirus: «A differenza del Covid19, l’hantavirus nella maggioranza dei casi non viene trasmesso attraverso il sistema respiratorio, ma attraverso le secrezioni corporee ed il sangue di un paziente malato può avvenire il contagio tra umani», ha invece spiegato Yang Zhanqiu, virologo dell’università di Wuhan, ai colleghi del Global Times. Non solo, l’esperto ha inoltre tranquillizzato: «normalmente i pazienti non vengono attaccati dal Covid19 e dall’hantavirus allo stesso tempo».