Harry Belafonte è morto all’età di 96 anni. La notizia è stata diffusa dal New York Times che ha citato a sua volta Ken Sunshine, portavoce di lunga data dell’artista. A quanto si apprende, Harry Belafonte è morto nella sua casa nell’Upper West Side di Manhattan. La causa sarebbe una fatale insufficienza cardiaca. La notizia ha prevedibilmente sconvolto il mondo della musica, che si vede privato di uno dei cantanti più famosi e attivi degli anni Cinquanta e Sessanta.



Harry Belafonte è stato un mito non soltanto della musica, dove è stato tra i primi ad abbattere le barriere etniche e razziali, ma anche dei diritti civili. In particolare negli anni Cinquanta aveva sbalordito la sua scalata della classifiche pop, portando alla ribalta del grande pubblico statunitense la musica caribica lanciando canzoni di incredibile successo come Day-O (The Banana Boat Song) e Jamaica Farewell. Entrambi questi pezzi furono contenuti nell’album Calypso, che da solo superò il milione di copie vendute.



Harry Belafonte morto per insufficienza cardiaca: le ultime apparizioni dell’artista

Harry Belafonte è morto il 25 aprile 2023 in seguito a una insufficienza cardiaca che gli è stata fatale. Il decesso è avvenuto nella sua casa. Era nato il 1°marzo 1927 nel quartiere Harlem di New York da genitori giamaicani. Artista a tutto tondo, oltre alla carriera da cantante è stato anche attore, interpretando l’ultimo ruolo nel film “BlacKkKlansman” di Spike Lee nel 2018. Il suo ultimo concerto ha avuto invece luogo nel 2003, concludendo una carriera musicale iniziata negli anni Cinquanta.



Harry Belafonte è stato attivissimo anche sul fronte dei diritti civili, al punto da essere uno dei 45 artisti che nel 1985 incisero “We are the world” per il progetto USA for Africa. Insieme a nomi del calibro di Michael Jackson, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, attraverso questo progetto raccolse fondi per l’Etiopia, all’epoca afflitta dalla carestia. Nel 1968 Johnny Carson gli lasciò carta bianca per cinque giorni per la conduzione del programma ‘The Tonight Show’ e da allora la tv americana ne uscì profondamente trasformata. Quindici ospiti dei venticinque scelti furono afro-americani e tra le interviste condotte da Harry Belafonte spiccano le ultime apparizioni del reverendo Martin Luther King e di Bob Kennedy, prima che fossero assassinati.