Harry e Meghan Markle saranno premiati per avere denunciato il presunto razzismo che verrebbe attuato all’interno della Royal Family: la notizia giunge direttamente dagli Stati Uniti d’America ed è impreziosita dal dettaglio relativo alla tipologia del riconoscimento assegnato. Si tratta, infatti, del premio intitolato a Bob Kennedy per i diritti umani e, ça va sans dire, i tabloid d’Oltremanica non hanno digerito bene la decisione, tanto di parlare di “scelta mostruosa” e di “un brutto scherzo”.



La consegna del premio a Harry e Meghan è in programma a New York il prossimo 6 dicembre e a darlo fisicamente ai duchi di Sussex sarà Kerry Kennedy, figlia di Bob: “Loro sono andati nella più antica istituzione della storia britannica e hanno detto cosa stavano facendo di male, che non potevano avere razzismo strutturale nell’istituzione. Sapevano che se avessero fatto ciò ci sarebbero state conseguenze, che sarebbero stati ostracizzati, che avrebbero perso la loro famiglia, la loro posizione. Ma l’hanno fatto comunque, perché credevano che non potevano vivere in pace con se stessi se non avessero messo in questione quell’autorità. Penso che siano stati eroici nel compiere questo passo”.



HARRY E MEGHAN PREMIATI PER AVER DENUNCIATO IL RAZZISMO NELLA ROYAL FAMILY: MA NON TUTTI SONO D’ACCORDO…

Tuttavia, l’assegnazione del premio a Harry e Meghan Markle non ha suscitato consensi unanimi all’interno della famiglia Kennedy: come riporta il “Corriere della Sera”, il fratello di Kerry, Robert Kennedy Jr., ha parlato di “decisione sconcertante”, mentre David Nasaw, biografo premio Pulitzer dei Kennedy, ha definito l’accadimento come un “qualcosa fra il sublimemente ridicolo e il palesemente assurdo”.

A Londra, invece, il “Daily Mail” ha chiesto (ottenendolo) un commento allo scrittore A. N. Wilson: “Aver piazzato Meghan Markle e Harry Windsor nella stessa categoria di eroici attivisti contro il razzismo è insensato, mentre la loro accettazione di questo premio è una mostruosa presunzione. Chiamate la nostra monarchia come volete, ma per favore non chiamatela istituzionalmente razzista dai confini sicuri del vostro lussuoso stile di vita in California”.