Storie Italiane ha chiuso la puntata di oggi dedicando ampio spazio al caso del Principe Harry, e le accuse ai giornalisti del Mirror. Il figlio di Re Carlo III punta il dito contro la stampa dicendo di essere stato intercettato e hackerato per avere informazioni private, e a riguardo il direttore di Novella 2000, Roberto Alessi, ha spiegato: “La cosa in parte stravagante e che la Regina consigliava ‘mai lagnarsi mai spiegare’. In questo momento Harry non ha contestato ciò che i giornali avrebbero scritto negli articoli ammettendo di aver frequentato locali con spogliarellisti ecc ecc lui contesta come i giornalisti siano riusciti ad avere le notizie, accusando di essere stato hackerato e intercettato e ciò non è ammissibile”.
Quindi Roberto Alessi ha proseguito: “Lui ha ragione, anche se io difendo sempre i giornalisti e non ritengo sia colpa loro la morte di Diana. La giornalista ha spiegato che si appoggiava a detective privati e dice inoltre che non sapeva fosse illegale ottenere numeri di telefono con quei mezzi, ma questo non si può fare, al di là della legge c’è una deontologia dei giornalisti che vale in tutto il mondo, non si possono ottenere notizie usando mezzi illeciti e in questo Harry ha assolutamente ragione”.
IL PRINCIPE HARRY VS MIRROR: FREDELLA E ALESSI COMMENTANO A STORIE ITALIANE
Sulla vicenda Harry-Mirror si è espresso anche Francesco Fredella, giornalista di numerose testate, che ha ammesso, sposando di fatto la tesi di Alessi: “Il Mirror ha sbagliato, i giornalisti devono rispettare l’etica, non si possono estorcere informazioni o hackerare profili”. E ancora: “Harry si è trovato da anni all’interno di una battaglia mediatica, ha sofferto forse tanto per questo, ma dare la colpa ai giornalisti per l’incidente di diana è un errore, i giornalisti fanno il loro mestiere, i paparazzi correvano dietro all’auto di Diana che poi è andato a sbattere, deve trovare pace con se stesso per trovare l’equilibrio, forse vuole fare ancora parlare di se per vendere il libro”.
E a riguardo Alessi ha aggiunto: “Ha incassato 30 milioni di dollari, prima di scriverlo 20 milioni d’anticipo, è stato un buon affare è stato il saggio più venduto di sempre nella storia dell’editoria, un bell’affare per l’editore”.