Come l’Iran, come i paesi più poveri de mondo. Il colosso leader mondiale delle potenze economiche e militari, gli Stati Uniti d’America, rivelano in questi giorni di emergenza coronavirus il loro vero volto. Un paese dove la povertà e la disumanità tocca livelli impensabili. Il solo stato di New York è il paese al mondo più colpito dal virus: secondo la Johns Hopkins University, sono 161.807 i contagiati con un incremento di oltre 10mila persone nelle ultime 24 ore. Mercoledì sono morte 799 persone, il numero più alto da quando è esplosa la pandemia: i decessi in totale sono 7.067. E cosa succede? Si scavano fosse comuni, dove casse da morte vengono buttate come cianfrusaglie, come spazzatura. Succede a Hart Island, al largo del Bronx da oltre 150 anni posto scelto per tumulare chi non può pagarsi un funerale o una tomba al cimitero. Tantissima gente. Lo fa sapere l’agenzia Reuters mostrando immagini via drone che fanno rabbrividire. Pile di casse una sull’altra. Il tutto mentre il presidente Trump spinge per riaprire attività economiche e vita comune.



STRAGE A NEW YORK

D’altro canto è stato il suo ignorare la gravità del coronavirus in Usa a scatenare la strage che sta avvenendo nel suo paese. “I funzionari di New York” scrive la Reuters “hanno assunto lavoratori a contratto per seppellire i morti nell’ex campo dei vasai sull’isola di Hart Island, poiché il tasso di mortalità giornaliera della città a causa dell’epidemia di coronavirus ha raggiunto nuovi tragici record in ciascuno degli ultimi tre giorni. La città ha usato Hart Island per seppellire i newyorkesi senza parenti prossimi o la cui famiglia non è in grado di organizzare un funerale dal 19esimo secolo. Circa 25 corpi vengono sepolti ogni settimana da detenuti poco pagati che lavorano sull’isola”. Adesso seppelliscono circa due dozzine di corpi al giorno, cinque giorni alla settimana, dice ancora l’agenzia: “Per la sepoltura sull’isola, i morti sono avvolti in sacchi e collocati all’interno di cofanetti di pino. Il nome del defunto è scarabocchiato in grandi lettere su ogni scrigno, il che aiuta nel caso in cui un corpo debba essere ricercato in seguito, e sono sepolti in trincee lunghe e strette scavate dalle macchine da scavo”. Naturalmente, nessun parente delle vittime può assistere a questa che è difficile chiamare sepoltura. Almeno avessero usato i forni crematori come si fa in Italia.



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