Il coronavirus ha cambiato il mondo, compresa New York che, negli scatti di Harvey Potter, in “New York City in the age of Covid 19”, appare con un’immagine decisamente diversa da quella che aveva fino a poche settimane fa. Le strade trafficate, piene di turisti intenti a visitare le vie dello shopping, la vita frenetica della Grande Mela, hanno lasciato spazio a strade deserte, in cui corrono, in un silenzio assordante, le ambulanze mentre i negozi sono tutti chiusi. Foto in bianco e nero che esprimono totalmente la sofferenza di una delle città più movimentate del mondo, obbligata a fermari per l’emergenza coronavirus che, nel mondo, sta continuando a provacare morti e contagiati. Negli scatti di Harvey Potter si vede una New York come non si era mai vista. Fredda, vuota e con una ferita nel cuore ancora più profonda di quella ricevuta l’11 settembre 2001.
Harvey Potter mostra New York ai tempi del coronavirus
Dov’è finita la New York piena di vita, meta preferita dei giovani che, per anni, hanno visto nella Grande Mela il luogo per realizzare i propri sogni? Negli scatti ad opera di Harvey Potter non c’è più traccia di quella New York. Oggi c’è una città in cui i negozi sono tutti chiusi. Sulle vetrine, al posto dei vestiti e articoli tecnologici, troneggiano graffiti con scritte di speranze e contro gli sciacalli, pronti ad approfittare del momento di difficoltà. “Se vuoi andare all’inferno continua diritto”, “State a casa e salverete vite”, “siamo tutti nella stessa barca”, “Permetteteci di andare avanti, tutti assieme”, sono alcuni delle scritte che, in questi giorni, riempiono i muri e le vetrine dei negozi della Grande Mela.