Altri due poliziotti del commissariato di Primavalle sono indagati nel caso Hasib Omerovic, il 36enne sordomuto precipitato dalla finestra dell’appartamento in cui viveva con la sua famiglia. Si tratta della vice dirigente, poi rimossa, Laura Buia e Alessandro Calogero, secondo quanto riportato dal Messaggero. Dunque, si allunga l’elenco dei poliziotti coinvolti nell’inchiesta della procura di Roma su quanto accaduto il 25 luglio scorso. Ora sono sei, tenuto dei quattro agenti che si trovavano all’interno dell’abitazione per un controllo. I due nuovi poliziotti indagati sono accusati di depistaggio poiché, come scritto nel capo d’imputazione, «in concorso con altri appartenenti alla Polizia di Stato, al fine di sviare le indagini in merito alle cause per le quali Omerovic precipitava nel vuoto dalla finestra della sua stanza da letto, modificavano artificiosamente lo stato dei luoghi dell’appartamento sito in via Gerolamo Aleandro, prima del sopralluogo» effettuato dalla polizia scientifica.
Ma i poliziotti Laura Buia e Alessandro Calogero sono accusati anche di «aver affermato il falso in sede di sommarie informazioni testimoniali rese al pubblico ministero», riguardo la «continuativa presenza presso lo stabile di via Gerolamo Aleandro di personale del XIV distretto di Primavalle», in attesa dell’intervento della scientifica, ma anche «in relazione alle condizioni dell’appartamento dove abitavano gli Omerovic». Questo il motivo per il quale il pm Stefano Luciani ha deciso il sequestro dell’abitazione. L’obiettivo è «rilevare eventuali tracce biologiche (in particolare ematiche) e impronte papillari lasciate all’interno dell’immobile» dagli indagati.
OMEROVIC, LA RICOSTRUZIONE DELLA SQUADRA MOBILE
Stando a quanto riportato dal Messaggero, la posizione più pesante al momento è quella di Andrea Pellegrini, ai domiciliari da poco prima di Natale con l’accusa di tortura. L’agente era entrato a casa della famiglia Omerovic con altri tre colleghi, Fabrizio Ferrari, Alessandro Sicuranza e Maria Rosa Natale, indagati con lui per falso in relazione all’annotazione di servizio redatta dopo il controllo, in cui erano state omesse le violenze che avrebbe commesso per Pellegrini. Infatti, nel capo di imputazione si legge che «senza alcun apparente motivo, colpiva Hasib con due schiaffi nella zona compresa tra il collo ed il viso rivolgendo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: “Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina”». Su Facebook era stato pubblicato un post da un residente di Primavalle, poi cancellato, in cui si accusava il giordane sordomuto di molestare per strada le ragazzine.
Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile, Pellegrini, dopo aver preso a schiaffi Hasib Omerovic, lo avrebbe costretto «a sedere su una sedia», legandogli i polsi con un filo della corrente di un ventilatore. Poi avrebbe brandito un coltello da cucina e lo avrebbe minacciato: «Se lo rifai, te lo ficco nel c…». Quando è rimasto solo nella stanza, il ragazzo ha aperto la finestra. Al rumore della serranda, gli agenti lo hanno trovato sul davanzale. «Fermo che c…. fai», avrebbe gridato uno di loro vedendolo precipitare nel vuoto con un volo di 9 metri, «poiché, con ogni probabilità, aveva perso l’equilibrio». Ma Pellegrini nell’interrogatorio di garanzia ha negato ogni forma di violenza. Anzi, avrebbe anche insinuato dei sospetti sul suo collega Fabrizio Ferrari, che da indagato ha deciso di collaborare con la procura.