Lo scorso 25 luglio, a Primavalle, Hasib Omerovic è volato giù dalla finestra di casa sua dopo un controllo della polizia: non è chiaro se sia stato lui a gettarsi, in preda alla paura, o se sia stato lanciato giù volontariamente. La porta dall’abitazione risulterebbe scardinata e all’interno sarebbe avvenuto un pestaggio, complici anche le ferite sul corpo dell’uomo.
La prima ipotesi della Procura è quella del falso ideologico e tentato omicidio. Il poliziotto libero dal servizio si sarebbe recato in casa dell’uomo per dare una lezione e risolvere privatamente la questione con il 36enne, che avrebbe rivolto delle molestie ad un collega o amico del poliziotto. L’azione sarebbe avvenuta in due tempi: sarebbe avvenuta prima una “spedizione” in casa dell’uomo e poi sarebbero giunti altri 3 poliziotti per capire cosa sia successo. Dopo la caduta, sarebbe arrivato il 118, trovando il corpo di Omerovic. Il corpo di Hasib non sarebbe però stato preso e gettato giù dalla finestra dalla polizia, secondo la ricostruzione, perché altrimenti si sarebbero sentite le urla. La poliziotta donna ha poi chiuso le tapparelle, secondo la Procura per fare delle pulizie nell’appartamento dopo il pestaggio.
La mamma di Omerovic: “Siamo distrutti”
La mamma di Hasib, a Ore 14, ha raccontato: “A Primavalle non possiamo tornare perché abbiamo paura dopo i problemi di mio figlio. Lui sta come prima. Mi sento male quando vedo mio figlio. La mia famiglia è distrutta. Dal 25 luglio dormiamo in macchina. Qui dormiamo, mangiamo… Siamo in cinque persone qui”. Davanti le telecamere ha parlato anche il padre: “Siamo scioccati, siamo sotto stress. Ha un tubo dentro perché non può respirare da solo. Viviamo qui in macchina dal 25 luglio: noi e i nostri figli di 9, 16 e 31 anni, invalida al 100%”.
L’avvocato Procaccini ha affermato: “È un intervento di Polizia finito malissimo. Non so se il ragazzo sia scappato per la paura o se sia stato buttato giù ma cambia poco. Se invece la ricostruzione della Procura è quella, che sia verificata e accertata e sanzionata. Quello che è successo in quell’appartamento non ha messo in sicurezza una persona, peraltro con gravi deficit cognitivi”. La dottoressa Bruzzone ha spiegato: “È stato ridotto in pericolo di vita. Qualora vi fossero elementi di colpi subiti con altri oggetti sarebbero già stati documentati. Si stabilirà se ha una lesività compatibile con quella della precipitazione. Bisogna anche capire: secondo uno degli indagati, siccome c’erano delle criticità di questo intervento, ci sarebbe anche un video che ancora non è agli atti. Vedremo cosa documenterà. Credo che la Polizia di Stato per prima voglia chiarire gli aspetti di questa vicenda”. Intanto sono stati cambiati i vertici del Commissariato per portare avanti le indagini.