Chi non ha mai letto Moby Dick di Herman Melville alzi la mano. La tenga alzata anche chi non ha mai visto un film tratto dal libro. Non si può, non si può…. Non mi dilungo con elucubrazioni, uappazzate di meno. Se le 600 pagine son troppe per voi vi propongo il libro di Nathaniel Philbrick Nel cuore dell’oceano: il naufragio della Baleniera Essex pubblicato nel 2000. Trecento pagine in cui lo scrittore, esperto di mare, documentandosi in maniera pignola, ha scritto il libro che racconta la vera storia della baleniera Essex e del suo equipaggio. Il manoscritto pubblicato in Italia ha sulla copertina la dicitura “Il libro da cui è stato tratto il film omonimo” e questo la dice lunga di come invece è meglio leggere prima il libro e poi guardare la pellicola.



Il regista Ron Howard ne ha tratto il film Heart of the SeaLe origini di Moby Dick (2015), due ore incalzanti, appassionanti, tese a emozionare. Se Philbrick ha approfondito la situazione storica, economica, le baleniere, gli attrezzi per la pesca, le balene, gli oceani, le rotte marinare, ha consultato il diario di Chase (il vice comandante) e altre testimonianze, il film ha contemplato in primis l’azione, il coinvolgimento emotivo non staccandosi però dalla vicenda umana dei protagonisti e dei marinai.



Nel film lo scrittore Melville cerca e incontra il vecchio marinaio Thomas Nickerson che ai tempi dell’Essex era un mozzo per sapere la verità sul naufragio della baleniera, per poi scrivere il suo libro (Moby Dick). Nel libro questo non c’è, ma comunque ciò non è negativo, è una chiave per raccontare il film. 

Siamo nel 1850 e il grasso di balena è fondamentale per ricavarne combustibile. La compagnia inglese di armatori di Nantucket ingaggia Owen Chase come primo ufficiale e George Pollard come comandante per la baleniera Essex. Pollard è un nobile, inesperto ma raccomandato, mentre Chase è un provetto baleniere. Tra i due nasce un conflitto evidente anche alla ciurma. Dopo un anno di mare son poche le balene catturate e perciò il comandante decide di intraprendere una rotta ancora sconosciuta contro il volere del suo secondo. Incrociano un immenso gruppo di balene, ma vengono attaccati da una balena bianca dalle dimensioni che fa affondare la nave. In pochi si salvano su tre scialuppe e dopo trentaquattro giorni di deriva avvistano un’isola sconosciuta. Con la balena bianca che li ha sempre seguiti.



Dopo giorni di naufragio i superstiti decidono di riprendere il mare, mentre tre marinai restano sull’isola. Tutto è chiaramente alla cieca non sapendo dove si trovano. Dopo settanta giorni sono allo stremo delle forze e decidono la sorte su chi deve morire per poi sfamarsi con il corpo del morto. Uno dei marinai si uccide di proposito per sollevare gli altri dalla roulette scelta. Si ripresenta l’enorme balena bianca, Chase pronto ad arpionarla si ferma e il bestione li grazia. Ormai sfiniti e quasi morti dopo una novantina di giorni alla deriva, le due scialuppe vengono recuperate da due navi. I reduci rientrano in patria dopo novanta giorni e gli armatori istituiscono un’inchiesta in cui il comandante e Chase avrebbero dovuto dichiarare il falso per recuperare le sterline dall’assicurazione. Se il primo ufficiale era contrario e il comandante titubante, tutto si conclude con un colpo di coda coscienzioso di Pollard.

Il protagonista apparente è il bel (troppo) Chase interpretato dalla star Chris Hemsworth (leggetevi il cv), troppo perfetto, buono, bravo nel suo lavoro di baleniere e inappuntabile idealista, mentre è bravissimo il vecchio mozzo T. Nickerson/Brendan Gleeson, depresso e sbevazzone che inizialmente rifugge dal raccontare il naufragio dell’Essex. Il raccomandato Pollard/B. Walker arrogante e teso all’obiettivo senza pensare alle conseguenze è l’altra faccia della medaglia, colui che vuole essere al di sopra di tutto e tutti.

Dopo un’ora e mezza di film troviamo i naufraghi che hanno deciso di ripartire dall’isola con un incontro a quattrocchi tra Chase e Pollard (riconciliatisi tra loro, ma con visioni diverse della vita) con il primo che afferma:

Chase – Quale offesa abbiamo fatto a Dio per farlo infuriarlo così tanto?

Pollard – La sola creatura che ha offeso Dio qui è la balena

Chase – Noi no?

Pollard – Siamo i re della terra il cui compito è piegare la natura al nostro volere

Chase – Dopo tutto quello che abbiamo passato ti senti un re della terra? Siamo nulla siamo, siamo polvere e cenere

Ritorniamo allora all’inizio del film, immagini di mare e di balena con la voce fuori campo che dice:

Come può l’uomo conoscere l’inconoscibile?

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