Heather Parisi rompe il silenzio e fa chiarezza sulla situazione a Hong Kong dove, secondo alcuni siti d’informazione, in seguito a nuovi casi di coronavirus, il Governo avrebbe deciso di imporre una seconda quarantena dopo aver autorizzato l’apertura delle attività commerciali. La showgirl che vive a Hong Kong con i figli e il marito, però, attraverso un lungo post su Instagram, ha spiegato la situazione chiarendo che a Hong Kong non c’è mai stato nessun obbligo di quarantena e che le attività commerciali non sono mai state completamente chiuse anche se i gestori sono stati invitati ad assumere tutte le cautele del caso predisponendo i tavoli in modo da rispettare la distanza di sicurezza. “A Hong Kong non c’è mai stata nemmeno una ‘prima’ quarantena intesa come obbligo per i cittadini di rimanere a casa. E non c’è nemmeno ora una seconda. A Hong Kong non sono mai state chiuse le attività commerciali di alcun genere. E non sono chiuse nemmeno ora“, scrive Heather Parisi che aggiunge come anche gli uffici siano sempre rimasti aperti con l’invito a lavorare da casa ove possibile.
HEATHER PARISI CONTRO I SITI D’INFORMAZIONE: “VERIFICATE LE FONTI”
Heather Parisi, dopo aver chiarito la situazione di Hong Kong, ha lanciato una frecciatina ai siti che, nelle ultime ore, hanno diffuso la notizia della seconda quarantena a Hong Kong. La showgirl, infatti, esorta tutti a verificare le fonti prima di diffondere una notizia. “Credo che sia compito di chi fa informazione di verificare fonti e notizie prima di pubblicarle. A meno che l’unico compito sia quello di indirizzare l’opinione pubblica verso determinati stati d’animo”, scrive su Instagram. Infine fa sapere che, a causa della presenza di nuovi casi, il Governo ha deciso di prendere ulteriori precauzione per evitare che la situazione peggiori. “Dalla settimana scorsa, a seguito dell’esplosione di qualche centinaio di casi, quasi tutti riferiti a persone rientrate a Hong Kong, il governo ha deciso di introdurre l’obbligo di quarantena per chiunque arrivi a Hong Kong dall’estero e di chiudere i luoghi pubblici e privati destinati ad attività sportive”, conclude.