Heather Parisi, dalla bulimia alla violenza nel privato: i dolori della cantante
A Mi casa es tu casa Heather Parisi apre il suo cuore a Cristiano Malgioglio, raccontando anche dolorosi capitoli di vita. Più volte la cantante ha parlato del rapporto difficile con il cibo vissuto da giovane, quando soffrì di bulimia. Era il periodo di exploit a Fantastico, ma non riuscì a godersi appieno quell’esperienza al fianco di Gigi Proietti a causa di quel periodo complicato: “Non mi sono goduta Gigi come avrei voluto. Stavo vivendo un momento molto brutto. Non ero anoressica, ma mangiavo di tutto e di più, ero bulimica: mangiavo di tutto e vomitavo“.
Oltre alla bulimia, in quel periodo Heather Parisi ha vissuto momenti difficili anche nella sua sfera intima: “Nella vita privata c’erano problemi di violenza psicologica, violenza fisica e vivevo un momento tragico di una ragazza di 23 anni. Avevo 23 anni. E Gigi, grande professionista, grande cantante, grande attore. Non ho potuto fare più duetti. C’erano dei personaggi incredibili in questa trasmissione e non me li sono goduti: è la trasmissione che mi sono goduta meno. Quella dove ho avuto una grandissima opportunità, una cosa a cui pensi adesso e dici: ‘Mannaggia, avrei voluto fare questo e quest’altro‘”.
Heather Parisi e la bulimia: “Mangiavo e vomitavo“
Già in passato Heather Parisi ha parlato della bulimia, un disturbo alimentare di cui ha sofferto da giovanissima e che ora riaffiora nei suoi racconti. “Mangiavo 12 girelle Motta al giorno, bevevo sette-otto Coca Cola e mangiavo due volte al giorno penne all’arrabbiata con parmigiano, anche se non si mette, poi filetto al pepe verde, cicorie saltate in padella e Crème caramel. Quindi andavo in bagno e vomitavo” aveva raccontato a Verissimo, parlando del suo difficile rapporto con il cibo.
Un po’ per infelicità, un po’ per il timore del giudizio esterno, Heather Parisi è entrata in un tunnel dal quale fortunatamente è riuscita ad uscire: “Io mangiavo di tutto, apposta, così non potevano dirmi che non mangiavo. Prima mangiavo perché ero infelice, poi perché mi dicevano che ero brutta“.