Non è Renzi e nemmeno Berlusconi, non lo è Di Battista né tutti gli editorialisti di Corriere della Sera e Repubblica, ma nemmeno Landini o Roberto Saviano: in Italia la “vera” opposizione al Governo, specie all’ala leghista, la fa una soubrette di nome Heather Parisi. La sua iconica e infinita guerra a distanza con la nemica Lorella Cuccarini da mesi ormai è in scena una sorta di “Parisi show” contro la Lega, i sovranisti e soprattutto Matteo Salvini. Attacchi, stuzzicate, risposte e polemiche a mezzo social contro il “Capitano” hanno creato una sfida sovranisti-europeisti tra le due ballerine più famose dello showbiz: Lorella Cuccarini “pro-Lega” e Heather Parisi anti-Salvini, e il gioco è fatto. L’ultima puntata del “ballo della politica”? Ma ovviamente il Grande Fratello, degno “scenario” di un dissing ai limiti del surreale: parte tutto dal leader della Lega che nel suo tempo libero ieri sera ha guardato la finale del GF e ha commentato «e anche quest’anno è andata! il Grande Fratello come la Serie A: come si può stare senza per tutti questi mesi?? Dai, un sorriso allunga la vita» scrive scherzosamente il titolare del Viminale.
HEATHER PARISI CONTRO SALVINI: L’ANTISOVRANISMO DA (S)BALLO
Ma l’impeccabile e sempre integerrima Heather nazionale non gliene perdona una al “Capitano” e subito replica sui social «Azzardo una risposta al dubbio amletico di Matteo Salvini: “si può stare senza Grande Fratello tutti questi mesi??” Probabilmente sì, se si ha qualcosa da fare; no, se non si ha nient’altro da fare». Che il rapporto tra Matteo Salvini e Barbara D’Urso sia assai frequente, in termini televisivi ovviamente, dimostra la profonda attenzione del leader leghista con i luoghi di massima “cassa di risonanza mediatica” per proseguire il suo progetto politico nazionale: Pomeriggio 5, Grande Fratello sono da un lato un modo per recuperare consenso apparendo spesso, dall’altro sono un passatempo che il vicepremier non è la prima volta che ammette di guardare. Ora però, tra una “cicala” e l’altra, la Parisi scatena tutto il suo anti-sovranismo da (s)ballo decidendo chi e cosa dovrebbe vedere un Ministro della Repubblica: e come diceva Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza” su quale parte scegliere (l’opzione “nessuna dei due” non è vietata, ndr).