La battaglia sull’aborto in Irlanda del Nord si fa sempre più dura e il movimento pro-life ha una nuova leader: Heidi Crowter, 24 anni, una ragazza affetta da sindrome di Down e paladina del diritto alla vita che viene minacciato dalle proposte che vorrebbero liberalizzare l’aborto per l’intera durata della gravidanza, fino dunque al momento della nascita.



Il fronte contro l’aborto e per la tutela della vita nascente sta dunque lottando contro questa iniziativa e ha trovato in Heidi una leader carismatica e determinata, che ha già fatto causa al governo britannico per discriminazione contro i disabili e ora contrasta con tutte le sue forze l’allargamento della possibilità di aborto all’intera gravidanza, che metterebbe sempre più a rischio i bambini ai quali fossero diagnosticate disabilità che potrebbero indurre le madri a pensare all’interruzione volontaria della gravidanza.



Per i pro-life c’è una buona notizia: l’Assemblea dell’Irlanda del Nord ha approvato una mozione che va contro il nuovo progetto di legge, con 46 voti a favore e 40 contro. Proprio il destino delle persone con sindrome di Down è al centro dell’attenzione: per i pro-life si prospetta il rischio di una vera e propria “pulizia etnica” che d’altronde non sarebbe una novità. C’è l’esempio dell’Islanda, dove l’aborto sistematico dei bambini affetti da sindrome di Down è già da anni al centro dell’attenzione, un caso evidenziato anche in Italia grazie all’azione di Nicole Orlando.



HEIDI CROWTER, L’ABORTO E IL DIRITTO A VIVERE CON LA SINDROME DI DOWN

Heidi Crowter è dunque la paladina della lotta contro l’aborto e in particolare del “diritto a nascere” anche dei bambini ai quali venga diagnosticata la sindrome di Down. Heidi chiede che nascano, vivano e agiscano liberamente, come tutte le altre persone e come a lei è stato concesso. I suoi genitori non l’hanno rifiutata, lei ora a 24 anni come detto è in prima fila nella lotta contro la discriminazione sistematica dei disabili, che comincia già nella pancia delle loro madri, quando naturalmente il bambino con una sindrome cromosomica di qualunque tipo (e non solo loro) non ha alcun modo di far valere i propri diritti.

Heidi Crowter è citata con nome e cognome nella mozione contro la legalizzazione dell’aborto, che come detto è stata approvata dall’Assemblea legislativa dell’Irlanda del Nord. Gli abortisti avevano già fatto un primo tentativo nella scorsa estate, quando l’Assemblea era sospesa, ora subiscono una nuova battuta d’arresto.

Heidi Crowter infatti, mettendoci la faccia e tutto il proprio impegno, dimostra che i pro-life non lottano per un principio astratto di “sacralità della vita”, ma combattono per dare effettivamente il diritto di vivere a tutti gli esseri umani, a cominciare dai più indifesi e vulnerabili, come sono tutti i bambini nelle pance delle loro madri, a maggior ragione se “marchiati” con una diagnosi che ne riscontri qualche forma di disabilità. Contro l’aborto si sono schierati, oltre ai vescovi cattolici, anche molti esponenti protestanti: una unità di certo non banale a Belfast e dintorni…