Helena Seger è la moglie di Zlatan Ibrahimovic, il campione di calcio. Un amore che dura da più di vent’anni quello tra il campione e la ex modella. Il segreto? A rivelarlo è stato proprio Ibrahimovic in occasione di una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. “La pazienza. E l’equilibrio che lei mi ha dato. Helena ha dieci anni più di me, è sempre stata più matura. Poi sono arrivati Maximilian e Vincent” – ha detto il campione che può vantare tantissime vittorie nella sua vita calcistica. Attenzione però, parlando di trofei e vittorie, Zlatan non ha alcun dubbio: la sua vittoria più grande sono i due amatissimi figli.



“Non c’è confronto. La nascita di un figlio è la cosa più importante che possa succederti. Una vita che nasce dalla tua. Ricordo quando arrivò Maxi: lo presi, me lo misi sul petto… Ricordo quando Vincent da Stoccolma mi disse: “Papà, mi manchi”. Una coltellata. Volevo mollare tutto, pure il Milan, e tornare da lui” – ha detto Zlatan che ha poi condiviso anche un retroscena sui figli – “li portavo a palleggiare: uno piangeva, l’altro guardava gli uccelli. Ora giocano a calcio tutti e due. Al provino sono andati con il nome della madre, Seger. Li hanno presi. Maxi ha scelto di chiamarsi Ibrahimovic. Vincent deve ancora decidere”.



Chi è Helena Seger, la moglie di Zlatan Ibrahimovic?

Ma chi è Helena Seger, la moglie di Zlatan Ibrahimovic? Classe 1970, Helena è nata in Svezia e in passato ha lavorato come modella. Tra i due c’è una differenza di 11 anni, ma non è mai stata un problema. Nel 2001 i due si sono incontrati per la prima volta e da quel momento non si sono mai più lasciati. Da più di vent’anni, infatti, sono una coppia complice e felice e la donna ha persino lasciato il suo lavoro di modella per dedicarsi completamente al marito e alla famiglia. La donna, infatti, lavora come manager del marito.



Dopo il matrimonio, la coppia ha avuto nel 2006 il primo figlio Maximilian e due anni dopo è arrivato Vincent. Due bambini a cui sono entrambi legatissimi e che la ex modella ha voluto crescere personalmente evitando così di affidarli a baby sitter.