Sarnio, il colosso giapponese famoso per i prodotti Hello Kitty, nel mirino dell’Antitrust Ue. Cos’ha fatto di male la gattina più amata dai piccini? Il problema a dirla tutta non è lei quanto il fatto che Sarnio abbia impedito ai commercianti di vendere le sue merci soggette a licenza ad altri Paesi all’interno del mercato unico. Secondo la Commissione Ue si è in presenza di una chiara violazione delle regole della concorrenza e per questo è arrivata una multa da 6,2 milioni di euro. Molto soddisfatta la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager:”I consumatori, sia che comprino una tazza Hello Kitty che un giocattolo Chococat, possono ora acquistare ovunque in Europa per avere accesso alle offerte più vantaggiose”. Saranno contenti milioni di genitori del continente…



HELLO KITTY MULTATA DALL’UE

Sanrio Company Ltd. che oltre a Hello Kitty concede in licenza, produce e commercializza prodotti che raffigurano My Melody, Little Twin Stars, Keroppi e Chococat, già nel giugno 2017 aveva portato la Commissione ad avviare un’indagine Antitrust nei suoi confronti su alcune pratiche di concessione di licenze e di distribuzione adottate da Sanrio, per verificare, scrive Il Messaggero, “se l’impresa non avesse imposto agli operatori commerciali restrizioni illegali per limitare le possibilità di vendite transfrontaliera e online di prodotti soggetti a licenza all’interno del mercato unico dell’Ue”. In quell’occasione è emerso che gli accordi di licenza non esclusivi di Sanrio violavano le norme dell’Ue sulla concorrenza. Sembra infatti che il colosso giapponese abbia introdotto delle misure dirette allo scopo di limitare le vendite al di fuori del territorio di competenza da parte dei licenziatari. Qualche esempio? “Clausole che vietano esplicitamente tali vendite, l’obbligo di reindirizzare a Sanrio gli ordini di vendita non provenienti dal territorio di competenza e limitazioni relative alle lingue utilizzate sui prodotti di merchandising”. Secondo la Commissione europea, le pratiche illegali riferibili ad un arco di tempo di 11 anni (dal 1 gennaio 2008 al 21 dicembre 2018) hanno dato vita a precise barriere all’interno del mercato unico e precluso ai licenziatari le vendite transfrontaliere in Europa: il tutto a scapito dei consumatori finali europei.

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