CHIESA FRANCIA APRE CAUSA BEATIFICAZIONE PER IL TEOLOGO HERNY DE LUBAC
La Conferenza Episcopale di Francia ha espresso il primo parere positivo per l’apertura della causa di beatificazione del teologo gesuita e Cardinale Henri De Lubac (1896-1991): il 31 marzo scorso si è svolto a Lourdes l’ultimo appuntamento dell’assemblea plenaria dei vescovi francese con parere positivo dall’alto valore simbolico espresso nella riunione. Pensatore tra i più amati dai Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ispiratore della “Nouvelle théologie” e del Concilio Vaticano II di cui tra l’altro fu perito, per scelta di Papa Giovanni XXIII.
Assieme a Hans Urs von Balthasar e Michel de Certeau, Henri De Lubac è considerato a tutti gli effetti uno dei padri della Chiesa cattolica nel Novecento: ancora oggi, grazie a Papa Francesco, il possibile prossimo “beato” della Chiesa viene ricordato per il concetto chiave della “mondanità spirituale” di cui era intenso rappresentante. «De Lubac seppe radicare la teologia nella grande tradizione della Chiesa, nella sua continuità, dai pensatori dei primi secoli agli autori spirituali contemporanei», ricorda il gesuita lionese Michel Fédou, principale continuatore di De Lubac, nell’intervista a “La Croix”. Ricordato da Francesco, il patrologo cattolico è stato amato da tutti i Pontefici del Novecento: «Parlare di de Lubac a cent’anni dalla nascita è impresa alquanto ardua. Egli, spinto da un impressionante fervore e una instancabile ricerca, ci ha lasciato una produzione immensa. Ci ha dato dei contributi di storia della teologia di gran rilievo; ci ha spinto in maniera decisiva a rinnovare gli studi patristici con la grandiosa collana “Sources chrétiennes”; ha pubblicato opere fondamentali e innovative come Catholicisme (1938), Surnaturel (1946) o Corpus Mysticum (1944); infine, la sua produzione ha segnato in maniera duratura la teologia cattolica contemporanea, facendolo quasi assurgere a figura emblematica del travaglio che ha portato al Vaticano II […]», scriveva Joseph Ratzinger nel suo ricordo di De Lubac lo scorso luglio 2022, a 100 anni dalla nascita del teologo fondamentale della patristica, «Cominciare a credere significa uscire dall’isolamento ed entrare nel noi dei figli di Dio».
DE LUBAC SANTO? IL PERCORSO E IL PLAUSO DEL CARDINALE POUPARD
Sentito dall’Avvenire per commentare la decisione della Chiesa di Francia nell’aprire al percorso di beatificazione e – eventualmente – anche di canonizzazione di Henri De Lubac, il Cardinale Paul Poupard rivela «Fui io allora giovane sacerdote della diocesi di Angers e da poco in servizio alla segreteria di Stato a inviare il biglietto al padre De Lubac di nomina a perito della commissione preparatoria del Concilio Vaticano II nel 1959. Quella sua designazione significò per lui una “riabilitazione” da parte di Giovanni XXIII accusato fino ad allora di aver abbandonato con le sue ricerche teologiche, basti pensare al suo saggio famosissimo Surnaturel, la neoscolastica e di aver privilegiato lo studio per quegli anni “innovativo” dei padri della Chiesa».
Una notizia bella, felice e pure inaspettata: così il Cardinale francese, classe 1930, saluta la decisione sulla possibilità beatificazione di De Lubac: «questa notizia oltre a riempirmi di gioia», spiega il prelato presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, «può rappresentare l’occasione per riprendere in mano i suoi testi, riscoprirne il suo patrimonio spirituale ma anche rileggere attraverso i suo scritti quanto egli amò, obbedì e soffrì spesso in silenzio per la Chiesa universale anche quando era già un teologo famoso e rispettato da tutti». Il Card. Poupard partecipò come rappresentante di Papa Wojtyla ai funerali di De Lubac nel settembre 1991 presso la Cattedrale di Notre Dame: «egli con il suo stile di studioso e il suo essere prete ha testimoniato per me una autentica santità di vita. Considero De Lubac, come spesso ho detto, un autentico Padre della Chiesa del nostro tempo». Il percorso di beatificazione e di canonizzazione sarà come sempre lungo e dettagliato e dovrà passare giocoforza dal riconoscimento di quanto fatto in vita e quanti/quali eventuali miracoli sarebbero avvenuti grazie all’intercessione presso il Cardinal De Lubac.