Le opere di Henri Matisse sono considerate tra le più significative della corrente espressionista

Tuttavia, la sua arte fu condannata dal regime Nazista. Molti dei quadri di Henri Matisse furono infatti sequestrati e inclusi “Entartete Kunst”, ossia nella, così detta, “Mostra dell’arte degenerata”. Nel 1932, alla vigilia della conquista da parte di Hitler del potere nel parlamento tedesco, l’artista francese dipinse una delle sue opere più celebri. Matisse stava lavorando negli Stati Uniti per il collezionista americano Albert C. Barnes, che lo aveva ingaggiato per realizzare un murale di grandi proporzioni per la Barnes Foundation di Filadelfia: “La Danza II”. Nel murale cinque figure nude danzano gioiosamente su un prato. Nel vortice i loro movimenti si fanno disarticolati e al blu intenso del cielo si oppone la loro carnagione: “Il primo elemento della costruzione fu il ritmo, il secondo una vasta superficie blu scuro (allusione al cielo mediterraneo nel mese di agosto); il terzo un verde scuro (il verde dei pini mediterranei). Partendo da questi elementi, i personaggi non potevano che essere rossi, per ottenere un accordo luminoso”, dichiarò Matisse. Tale opera fu considerata sconclusionata e scandalosa dal regime Nazista.



Matisse e i “papiers découpés”

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale Matisse si separò dalla moglie e pochi anni più tardi un cancro lo ridusse in sedia a rotelle. Proprio mentre il conflitto imperversava sull’Europa e sulla sua vita privata il pittore francese realizzò una serie di collage chiamati “Gouaches Découpés”. Durante le fasi finali dell’occupazione nazista in Francia, la figlia di Matisse, che era parte della Resistenza, fu arrestata e subì le torture della Gestapo. Costretto sulla sedia a rotelle, Matisse incanalò lo sconforto in una serie di opere che avrebbe poi raccolto in “Jazz”, un libro di stampe colorate e collage pubblicato subito dopo la fine del conflitto mondiale nel 1947. Con quest’opera introdusse nell’arte il metodo detto “papiers découpés”. La sua prolifica attività tuttavia riguardò anche collaborazioni letterarie. Negli anni Quaranta, nonostante i dolori e i disagi, illustrò “Ulisse” di James Joyce. La sua arte, sebbene condannata per le sue forme e i suoi colori espressivi, produsse grandi capolavori durante il regime Nazista.

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