Prevista un’esperienza ad alta quota per Camila Raznovich nell’ambito della nuova puntata di Kilimangiaro estate, la prima della ventitreesima stagione in partenza oggi in prima serata su Rai3. Ospite della puntata, tra gli altri, anche l’alpinista Hervé Barmasse, già noto al pubblico Rai per aver rilasciato diverse interviste nel salotto di Che tempo che fa. In quelle occasioni, Barmasse ha raccontato al pubblico com’è finito a fare l’alpinista, mentre questa sera lo vedremo cimentarsi in una scalata vera e propria in compagnia della stessa Raznovich. Il monte prescelto è il Cervino, terza montagna italiana per altitudine (con i suoi 4.478 metri s.l.m.) situata al confine tra l’Italia e la Svizzera. Barmasse il Cervino lo conosce bene: il suo curriculum si è appena arricchito con la salita della via De Amicis, che gli ha permesso di guadagnarsi il titolo di primo alpinista del mondo ad aver scalato tutte le sei creste del Cervino in solitaria.

Hervé Barmasse: “Ecco come si diventa alpinisti”

Oltre a essere uno sportivo di gran pregio (in carriera ha battuto numerosissimi record), Hervé Barmasse è noto al pubblico per il suo approccio alla montagna per certi versi anche un po’ ‘culturale’, o comunque da studioso ed esperto conoscitore dell’habitat circostante. Secondo lui, per diventare alpinisti, è indispensabile poter vantare una certa preparazione sotto l’aspetto naturalistico. Naturalmente, prima di partire, si deve anche studiare il percorso, per evitare di imbattersi in pericoli: “Bisogna, come in ogni attività, partire dai rudimenti e passo dopo passo fare le proprie esperienze. Più si va in montagna più s’impara. Meglio se in compagnia di professionisti della montagna come le Guide alpine, che possono trasmettere il proprio bagaglio di conoscenze sul campo. Saper individuare in anticipo un crepaccio nascosto, per esempio, non si apprende su Internet”.

Hervé Barmasse racconta l’evoluzione del suo sport

Facendo presenti gli aspetti più concreti del suo lavoro, Hervé Barmasse mette in guardia dal rischio di concepire l’alpinismo come uno sport tutto sommato tranquillo, fatto di romantiche escursioni in montagna e basta. Nemmeno si può dire, però, che le sue siano soltanto sfide ‘estreme’ con se stesso e con i suoi colleghi a cui ‘strappare’ i vari record: “Spesso su quell’aspetto romantico di un tempo ora prevale ricerca della performance, anche fine a se stessa”, precisa Barmasse in un’intervista rilasciata a fine marzo alla Gazzetta dello Sport. “Le sponsorizzazioni – prosegue – a volte spingono a porre in secondo piano l’antico significato della scoperta, del nuovo e del rispetto per la natura che ci ospita. Si rischia di mandare un messaggio sbagliato e la performance estrema perde il suo stato essenziale. Per intenderci io se decido di fare una salita in solitaria non lo consiglierei mai a qualcun altro. Bisogna dare il giusto peso e valore a certe imprese ma tenendo presente preparazione, conoscenza e studi di chi le ha fatte”.