Chiede vendetta l’Iran. E la chiede esplicitamente, per bocca dell’uomo che più è stato inneggiato durante i funerali di Qassem Soleimani. E’ Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah (“il partito di Dio“) ad invocare la guerra dal Libano, sventolando non solo le bandiere bianche e gialle del suo movimento, ma anche la forza delle milizie filo-sciite, affinata negli anni di duro ma istruttivo conflitto in Siria. Suonano come parole incendiarie quelle pronunciate davanti a migliaia di persone nella veglia funebre in onore di Soleimani a Beirut: “L’America ha iniziato una nuova guerra di tipo diverso nella regione. La morte di Soleimani ha dato il via a una nuova fase. L’Iraq si liberi dall’occupazione americana“, dice Nasrallah. Segno che è tutto il Medio Oriente, a dover temere una reazione organizzata della cosiddetta mezzaluna sciita.
HEZBOLLAH GIURA VENDETTA AGLI USA: LA STESSA CHIESTA DALLA FIGLIA DI SOLEIMANI
A sancire il cambio di passo nel rapporto con gli Usa, inevitabile dopo l’accelerazione di Trump, è il leader che più in questi anni ha mostrato di saper colpire gli obiettivi dell’avversario all’estero. Hezbollah ha saputo fronteggiare Israele, la sorella prediletta degli americani per motivi che vanno ben al di là dell’importanza strategica dello Stato Ebraico nell’area (“Voi state con noi perché state con voi, perché noi rappresentiamo quella comune eredità di libertà che risale a migliaia di anni fa“, come scandì Bibi Netanyahu durante un congresso evangelico a Washington nel luglio 2017). Nella narrazione di Nasrallah, nel richiamo alla “fase nuova” aperta dall’uccisione di Soleimani per mano americana, si evince l’intento di sviluppare un immaginario fortemente identitario. Basta vedere un uomo di nome Hussein, accompagnato dal figlio, in tenuta militare, nell’atto di aizzare la folla: “Non abbiamo chiesto noi di combattere ma siamo pronti a morire. Vogliamo solo vendetta“. La stessa chiesta dalla figlia di Qassem Soleimani in lacrime al presidente Rouhani: “Chi vendicherà la morte di mio padre?“. “Tutti noi“, fu la risposta. E in quel noi è compreso senza dubbio Hezbollah.