Il politologo americano Charles Kupchan, ex consigliere della Casa Bianca durante il mandato presidenziale di Obama, ha parlato della guerra tra Israele e Hamas sulle pagine del Corriere della sera, soffermandosi sul ruolo di USA, Iran e Hezbollah. Complessivamente, ritiene che si tratti di una “crisi piena di insidie”, specialmente per quanto riguarda la posizione “del presidente americano” Joe Biden.



Con la guerra tra Israele e Hamas, spiega, Biden “è chiamato a gestire il secondo grave conflitto nel corso del suo mandato”, ed esattamente come si visto con la crisi dell’Ucraina “le critiche non mancheranno“. Complessivamente queste tematiche “agiteranno la campagna elettorale” perché l’attuale presidente USA “dovrà confrontarsi con il mantra trumpiano prima gli americani”. Non crede, però, che il presidente Biden sarà disposto a rivedere i suoi aiuti a favore di Israele per la guerra contro Hamas, nonostante è probabile che “l’opinione pubblica vacillerà se gli americani vedranno in tv le immagini dei bambini uccisi dai bombardamenti israeliani”.



Kupchan: “Se Hezbollah attaccasse Israele, gli USA potrebbero intervenire”

Andando oltre nel suo ragionamento sulla guerra tra Israele e Hamas, Kupchan ci tiene a sottolineare come “Biden non vuole la guerra con l’Iran” così come quest’ultimo “non cerca lo scontro diretto con gli Stati Uniti”, ma di contro “è un rischio che non può essere escluso del tutto”. Complessivamente, infatti, il politologo è certo che la delicata situazione a cui si sta già assistendo “potrebbe sfuggire di mano” piuttosto facilmente.

La prima cosa che potrebbe accadere e che finirà per inasprire il conflitto tra Israele e Hamas è la variabile Hezbollah che potrebbe intervenire a sostegno dei terroristi palestinesi. In questo caso, ritiene Kupchan, “Biden ordinerebbe di colpire le basi degli Hezbollah da cui sono partiti i razzi”, ma esclude l’ipotesi di “una missione via terra”, mentre contestualmente “se gli iraniani dovessero continuare a rifornire di armi gli Hezbollah, la Casa Bianca potrebbe colpire anche loro e la situazione potrebbe sfuggire di mano”. Inoltre, nella questione tra Israele e Hamas un’ulteriore variabile critica potrebbe essere rappresentata dalla Cisgiordania, “dove le proteste dei palestinesi potrebbero trasformarsi in scontro con l’esercito” israeliano, così come “potrà salire la tensione tra arabi e israeliani che convivono in diverse città”.