Elsy Oueiss, esponente in Libano del partito maronita Forze libanesi, ha parlato con il Fatto Quotidiano del conflitto in Medio Oriente, in particolare per quanto riguarda la posizione di Hezbollah, che dal 7 ottobre è schierato nel Sud. Da lì i terroristi libanesi conducono attacchi miranti verso Israele, sostenendo lo sforzo bellico di Hamas e, soprattutto, impedendo che Israele rompa la righe libanesi allargando il conflitto. Recentemente, inoltre, uno dei leader di Hezbollah, Al Tawil, è stato ucciso proprio in Libano dalle forze israeliane. Un omicidio che, come fu per il leader di Hamas Al-Arouri, fa temere una possibile escalation, per ora, fortunatamente, solo ipotizzata.



Elsy Oueiss: “Hezbollah sia cacciato dal Sud del Libano”

Cruciale, in queste delicate fasi del conflitto, secondo Elsy Oueiss, sarebbe il ritiro di Hezbollah dal Sud del Libano, a favore del dispiegamento dell’esercito libanese e delle forze militari dell’operazione locale delle Nazioni Unite (Unifil). “Nessuno”, spiega, “[ci] attaccherà se l’esercito assumerà il comando esclusivo del Sud in collaborazione con Unifil”, ragione per cui “l’Ue dovrebbe esercitare tutte le pressioni possibili sul governo e su [Nabih] Berri”, riferendosi al presidente del Parlamento.



Lo scopo della missione di Hezbollah nel sud del Libano, spiega ancora Oueiss, è “ampliare gli sforzi per ottenere il maggior vantaggio interno oltre a quelli dell’Iran, che ottiene ulteriori vantaggi a livello regionale”, legandosi a quest’ultimo anche nelle regioni di “Siria, Iraq e Yemen, dove addestra gli Houthi” che sono stati dispiegati nel Mar Rosso proprio per avere una leva utile al mantenimento dei proseliti di Hezbollah nel Sud del Libano. Inoltre, a favorirli, ci sarebbe, sempre secondo Oueiss, anche “il governo [che] non vuole assumersi la responsabilità, sostenendo che nessuno può fare nulla. Retorica”, accusa, “usata dalla maggioranza per giustificare la propria inazione e incompetenza”, così come “il presidente del Parlamento continua a bloccare le elezioni presidenziali” mentre in generale “il Paese si trova a un bivio pericoloso e ha un disperato bisogno di un presidente”.

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