L’influenza dell’organizzazione terroristica Hezbollah in Libano è crescente. A luglio aveva lanciato l’allarme Tal Beerai, direttore di ricerca del think tank israeliano indipendente Alma. Ora è Welt a lanciare un avvertimento, spiegando che da informazioni esclusive che ha raccolto da ambienti della sicurezza occidentale emerge che la milizia ha occupato posizioni centrali nell’aeroporto. «Dal ministro responsabile al direttore dell’aeroporto, dal capo della sicurezza all’autorità doganale infiltrata da Hezbollah, l’organizzazione terroristica ha collocato in posizioni importanti una serie di persone che agiscono nel suo interesse o collaborano con essa», scrive il quotidiano tedesco, secondo cui ciò serve a coprire il contrabbando di armi, medicinali, reperti archeologici e droga dell’organizzazione terroristica.



Quanto sia pericoloso che le milizie del terrore abbiano accesso incontrollato a importanti porte commerciali in Libano è emerso con evidenza tre anni fa, con l’esplosione al porto di Beirut. Già all’epoca Welt scrisse che le tracce dell’esplosione portavano a Hezbollah, che aveva precedentemente ricevuto diverse centinaia di tonnellate di nitrato di ammonio esplosivo, apparentemente stoccate nel porto all’insaputa delle autorità o con la loro approvazione segreta. Successivamente Hezbollah ha provato a silurare una commissione d’inchiesta libanese sugli incidenti. Ora, invece, sembra essersi infiltrato anche nell’aeroporto internazionale, il più importante del Paese, perché Israele è riuscito in gran parte a tagliare la strada per le spedizioni di armi dall’Iran alle milizie, che passa tramite la Siria.



HEZBOLLAH “CONTROLLA” AEROPORTO DI BEIRUT

«L’aeroporto internazionale di Beirut fornisce da tempo un’alternativa al corridoio terrestre sulla Siria per consegnare attrezzature militari e armi a Hezbollah. Tutto questo avviene con la piena copertura delle autorità civili», segnala Tal Beerai. L’influenza di Hezbollah sull’aeroporto di Beirut inizia dall’alto, con il ministro responsabile dei lavori pubblici e dei trasporti. Infatti, Ali Hamieh è stato nominato ministro su spinta delle milizie. «Il controllo del ministero potrebbe dare a Hezbollah voce in capitolo su come viene ricostruito il porto di Beirut e su chi esegue i lavori. Permetterebbe a Hezbollah di mascherare alcune delle sue attività più illegali. Inoltre, gli permetterebbe di mantenere le sue rotte di contrabbando perché la supervisione e l’attuazione di tutte le misure riguardanti la rete stradale e i trasporti via terra rientrano nella sua (del ministero, ndr) giurisdizione», segnala un’analisi del Middle East Institute di Washington dopo la nomina di Hamieh.



Questi a marzo, come ricostruito da Welt, aveva provato a sfruttare una scappatoia nella legge e di assegnare la costruzione di un terminal aggiuntivo all’aeroporto di Beirut senza una gara pubblica. Secondo Beeri, l’ipotesi è che «la costruzione del nuovo terminal fosse finalizzata ad appaltare a privati e aziende del settore delle costruzioni e delle infrastrutture che sono affiliate o di proprietà di Hezbollah». Ma in virtù delle aspre critiche dell’opinione pubblica, il ministro fu costretto ad abbandonare il progetto.

HEZBOLLAH INFILTRATO ANCHE ALLE DOGANE

Stando alle informazioni raccolte da Welt, il capo dell’aeroporto Fadi El-Hassan sta facendo valere gli interessi del suo ministro e quindi di Hezbollah nell’aeroporto. Inoltre, anche il capo della sicurezza dell’aeroporto, il generale Fadi Kfoury, starebbe collaborando con Hezbollah, anche se è noto per aver mantenuto buoni contatti con l’Occidente. Infatti, la sua nomina alla carica avrebbe inizialmente irritato Hezbollah. Peraltro, l’esercito del Libano era visto come il più importante contrappeso all’influenze delle milizie come Hezbollah, ma per gli esperti ormai l’organizzazione terroristica è riuscita a infiltrarsi anche qui, oltre che nell’autorità doganale libanese. Infatti, il giornale tedesco riferisce che, secondo gli ambienti della sicurezza occidentale, il capo nazionale del Consiglio supremo delle dogane, Asaad Toufaily, e il capo regionale di Beirut, Samer Diya, che è anche il responsabile delle dogane dell’aeroporto di Beirut, agirebbero nell’interesse di Hezbollah.

Il secondo riceverebbe istruzioni da Wafiq Safa, capo dell’ufficio di collegamento di Hezbollah, che a sua volta è responsabile del coordinamento dei contatti di Hezbollah all’aeroporto, in particolare alla dogana, e in passato è stato soggetto a sanzioni Usa. Safa, inoltre, era il collegamento con le forze di sicurezza libanesi, ed era responsabile del contrabbando di armi e droga tramite il porto di Beirut e dal 2018 aveva anche promosso gli interessi di Hezbollah nell’aeroporto di Beirut. Secondo informazioni raccolte da Welt, altri tre dipendenti della dogana dell’aeroporto lavorerebbero per Hezbollah.

“CONTRABBANDO DI MANUFATTI ARCHEOLOGICI E DROGA”

Il controllo dell’aeroporto da parte di Hezbollah non serve solo ad importare armi, ma anche ad attingere a nuovi fonti di finanziamento alla luce della grave crisi economica in cui versa il Libano. Infatti, Welt riferisce che tramite l’aeroporto verrebbero contrabbandate droghe che non sono soggette al controllo delle autorità di vigilanza libanesi e vengono vendute sul mercato nero o passate ai propri sostenitori. Stando ad informazioni raccolte da ambienti di sicurezza occidentali, citate dal giornale tedesco, ci sono anche indicazioni che l’organizzazione terroristica stia portando illegalmente nel Paese manufatti archeologici dalla Siria per venderli in Libano. Il contrabbando di droga è un’altra fonte di reddito, in particolare Captagon, un’anfetamina che migliora le prestazioni e che, secondo il BKA, viene consumata soprattutto nella regione araba.

Un altro aspetto inquietante, soprattutto per i viaggiatori stranieri, è che Hezbollah ha ora accesso ai dati dei passeggeri delle compagnie aeree, cioè sa esattamente chi entra o esce dal Paese tramite l’aeroporto più importante. Questi dati potrebbero anche passare all’Iran, mentore e finanziatore dell’organizzazione terroristica sciita. La Germania è preoccupata, visto che la compagnia aerea tedesca Lufthansa, ad esempio, è una delle compagnie aeree che vola più frequentemente all’aeroporto Rafik Hariri. «L’aeroporto internazionale del Libano non è più sotto l’amministrazione del solo governo libanese. Hezbollah è un partner a tutti gli effetti nel controllo dell’aeroporto», conclude Beerai, avvertendo compagnie aeree, passeggeri e governi.