Non trova requie Mark Zuckerberg, ex studente alla Harvard University che sostiene di aver creato Facebook durante gli anni universitari: ora un suo compagno di classe, Aaron Greenspan, ha deciso di fargli causa, chiedendo all’Ufficio dei Marchi e Brevetti USA di annullare l’assegnazione del nome Facebook concessa a Zuckerberg nel 2005. Il venticinquenne Greenspan sostiene infatti di essere stato il primo a usare il termine Facebook, in connessione con houseSystem, un sistema per il networking sociale degli studenti di Harvard, da lui creato sei mesi prima che Zuckerberg lanciasse il famoso sito.
Una precedente rivendicazione era giunta nel settembre 2007 quando un altro blog, TechCrunch, pubblicò una lettera indirizzata da Greenspan a Zuckerberg alla vigilia della possibile firma di un accordo tra Yahoo e Facebook. L’accordo, che poi non fu raggiunto, prevedeva che la ditta di Filo e Yang avrebbe pagato un miliardo di dollari per acquisire Facebook. Ma proprio in quei giorni, a sentire i maggiori media americani, Zuckerberg si apprestava a firmare un accordo per la cessazione delle ostilità legali con i creatori del sito ConnectU, i gemelli Cameron e Tyler Winkelvoss e il loro partner Divya Narenda. Anche loro compagni di classe di Zuckerberg ad Harvard, e creatori di un sito per il social networking, i tre avevano fatto causa nel 2004 a Zuckerberg accusandolo di aver creato Facebook rubando parte dei codici di programmazione di ConnectU e il loro business plan. Zuckerberg all’inizio del 2004 aveva infatti lavorato con loro come programmatore, ma era stato licenziato perché si era rivelato poco produttivo. Dopo essere stata annullata dal tribunale distrettuale del Massachussets, che l’aveva ritenuta fittizia, la causa è stata riammessa di recente dalla corte suprema dello Stato; da qui l’ansia di Facebook di raggiungere un accordo con Winkelvoss e Narenda. Un accordo che adesso potrebbe essere strappato.
Le nuove accuse arrivano alla vigilia di un viaggio che Zuckerberg dovrebbe fare a Gerusalemme in compagnia di Sergey Brin, fondatore della Google, su invito di Simon Peres, presidente israeliano, per partecipare alla conferenza Facing Tomorrow, iniziativa volta a celebrare la nuova centralità israeliana nel mondo dell’alta tecnologia.
Le rivendicazioni di Greenspan non vanno a incrinare solo la reputazione di Zuckerberg, ma anche di Facebook, sito a cui gli analisti conferiscono un valore di mercato che supera i 15 miliardi di dollari, che registra una crescita settimanale del 3% – ovvero 100 mila abbonati nuovi ogni 7 giorni- e che ha raggiunto (dati Alexa) i 70 milioni di utenti a livello internazionale ed è diventato il principale sito del social networking inglese, canadese e australiano.
Anche la Microsoft, che sta tentando disperatamente di fare breccia nel mondo del social networking, ha sborsato nell’ottobre del 2007 250 milioni di dollari, acquistando l’1,6% di Facebook, seguito a ruota da Li Ka-shing, il magnante asiatico dei porti e dell’industria edilizia, che ha investito 60 milioni di dollari. Chissà quando il miliardario più giovane del mondo, come lo ha definito il mensile Forbes, potrà godersi in pace il suo successo…