Recessione – Anche il mercato della telefonia mobile, fino a ieri ritenuto uno dei più solidi settori di investimento, registra quest’anno la sua prima battuta d’arresto. A sentire gli analisti sembra proprio che la recessione, che ha fatto registrare alla Sony-Ericsson un calo di vendite del 48% rispetto all’anno passato, sia dovuta ad una saturazione pressochè completa del mercato. Basta guardarsi intorno:manager in carriera con due cellulari ed un palmare a testa; bambini, che fino a qualche anno fa giocavano con biglie e figurine, che si scambiano sms con un’agilità insospettabile. Insomma, il quadro sembra essere abbastanza chiaro: gli italiani – e non solo loro – di cellulari non vogliono più comprarne. Soprattutto se si tratta di costosi modelli con fotocamere integrate e optionals che arebbero invidia ad un lap top.
Low cost – «L’industria dei cellulari si sforzerà di abbassare i costi di produzione, per ridurre i prezzi» afferma Milanesi. Dunque le case produttive corrono ai ripari creando nuove serie di telefonini low cost, pur dotati di optionals evoluti: dall’Hsdpa al WiFi, per la banda larga in mobilità. In linea con questa strategia la Nokia ha annunciato l’imminente lancio del modello 6300.
Più servizi – L’altra direttrice del rilancio nel settore sarebbe il potenziamento dei servizi cui accedere tramite il proprio apparecchio: è stato siglato in tempi recenti dall’azienda leader nel settore, sempre la Nokia, l’accordo con Sony Bmg, analogo al precedente con Universal, che permetterà ai nuovi acquirenti di cellulari, nella seconda metà dell’anno, di scaricare musica illimitata via cellulare.
Gli sviluppi – La situazione dunque non è rosea: la Nokia, dopo aver pubblicato un buon bilancio per il primo trimestre dell’anno (che segnalava una rispettabile crescita a due cifre), ha perso in Borsa un secco 14%. Segno che il mercato internazionale non crede più tanto nel settore. E’ però ancora presto per fare previsioni.
Forse nella mente degli investitori si stanno ripresentando fantasmi ormai dimenticati: mutatis mutandis anche la famosa crisi del ’29 era stata innescata da una saturazione del mercato. Una piccola “grande crisi” in vista per i magnati della telefonia?