Il termine prosumer suona già male in inglese ed è intraducibile in italiano (dove diventerebbe prosumatore): è la contrazione linguistica dei vocaboli producer e consumer, cioè produttore e consumatore, e indica quindi un nuovo soggetto del panorama economico che svolge entrambe le funzioni. È da un po’ che se ne parla quando si delineano i nuovi scenari della società post-moderna ma è un concetto che si applica efficacemente alla questione energetica e in particolare al mercato elettrico. Ne ha parlato Maher Chebbo, membro della Piattaforma Tecnologica  Europea (ETP) sulle Smart Grid e vice Presidente di SAP Emea  per le Utilities, intervenendo al convegno su Le reti elettriche di nuova generazione, all’interno del WCC (World Computer Congress) svoltosi a Milano nei giorni scorsi.
Quello di un nuovo rapporto tra produzione e consumo è uno dei principali mutamenti che si profilano per la generazione e distribuzione di energia elettrica. Ad accelerare il cambiamento concorrono diversi fattori. Si affermano nuove fonti energetiche, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili: Chebbo ha citato l’esempio della Danimarca, dove nel 2025 si prevede che il 50% dell’energia sarà prodotta dai generatori eolici. Si perfezionano nuove tecnologie per la gestione efficace degli impianti, per la sicurezza e per la razionalizzazione delle attività di manutenzione. Sono sempre più diffusi i nuovi sistemi di misura dei consumi, che hanno come requisito indispensabile la sostituzione dei vecchi contatori elettromagnetici con contatori elettronici. Un’operazione a cui in Italia Enel ha già provveduto, prima al mondo, negli scorsi anni; e che avrà un seguito a breve con le sperimentazioni del display elettronico, che replicherà le informazioni del contatore dentro casa dei clienti: questo permetterà di avere sott’occhio i propri consumi anche a chi ha il contatore fuori dall’abitazione, aumentando la consapevolezza del consumo e promuovendo un uso razionale dell’energia.
L’intero sistema energetico sta radicalmente cambiando: si passa da un sistema centrato sulla produzione, a uno più customer centric, cioè orientato al cliente e alle sue esigenze diversificate e mutevoli. Anche lo scenario delle infrastrutture si trasforma, come ha osservato nello stesso convegno Paola Petroni, responsabile Enel per le Tecnologie di Rete. Oggi la rete è ottimizzata per raccogliere grandi quantità di energia da pochi punti, le centrali di produzione, e distribuirle ad un gran numero di utenti-consumatori. Le fonti rinnovabili impongono però un forte cambiamento all’intera rete: col proliferare di queste ultime anche in ambito domestico attraverso l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici infatti, si è stabilita una rete di produzione alternativa che deve essere gestita correttamente per evitare problemi all’intero sistema. Si deve  passare da una trasmissione a una via, cioè dalla centrale all’utente, a quella a due vie, dove i flussi del’energia prodotta vanno in entrambe le direzioni. A livello della distribuzione bisogna allora applicare dei modelli che consentano di combinare le due forme: la distribuzione centralizzata e quella distribuita sul territorio; il riferimento obbligato è ovviamente il paradigma di Internet, dove il controllo e l’intelligenza sono distribuiti grazie al continuo scambio di informazioni tra gli utilizzatori. Ecco allora emergere il concetto di Smart Grid. Saranno proprio loro, le nuove reti elettriche intelligenti (smart), le principali protagoniste del cambiamento.
Reti intelligenti, dove il contributo dell’Information and Communication Technology (ICT) sarà prevalente e determinante e consentirà di memorizzare e gestire una consistente mole di dati. Non basterà più infatti registrare la produzione di energia a livello nazionale, ma occorrerà redigere continui bilanci locali che sappiano tenere conto anche dell’energia prodotta in bassa e in media tensione, come quella proveniente dalle fonti rinnovabili. Anche perché l’energia prodotta da queste fonti non è prevedibile, essendo legata a fattori meteorologici.
Saranno reti in grado di far dialogare produttori e consumatori; di interpretare in anticipo le esigenze e adattare con flessibilità la produzione; di gestire una quantità enorme di informazioni e di utilizzarle per ottimizzare l’impiego delle risorse, per spingere al massimo l’efficienza energetica e quindi contribuire anche al miglioramento ambientale.
La prospettiva è così esaltante che la UE ha previsto investimenti di mille miliardi di euro da qui al 2030 “con l’obiettivo – ha detto ancora Chebbo – di ottimizzare la produzione di energia elettrica  e la sua distribuzione in previsione di un consistente aumento di domanda in Europa entro il 2050”.
Prima tappa decisiva di questo percorso sarà il 2020, traguardo del piano 20/20/20 varato nel 2007 dall’Unione Europea con l’impegno di ridurre di almeno il 20% le proprie emissioni interne, portare al 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili e a ridurre di un 20% i consumi energetici.
Le Smart Grid potranno contribuire in modo sostanziale al raggiungimento di tali obiettivi. Come si può constatare dai primi risultati ottenuti dal progetto Address, illustrati dalla stessa Petroni che vi partecipa attivamente. Address sta per “Active distribution networks with full integration of demand and distributed energy resources”: è un progetto quadriennale per la sperimentazione di un prototipo di rete intelligente su scala locale. È coordinato da Enel Distribuzione, con un finanziamento Ue di 9 milioni di euro e coinvolge 11 Paesi e 25 partner internazionali (operatori della distribuzione e trasmissione, fornitori e venditori di energia, elettrodomestici, servizi ICT e di comunicazione, università e istituti di ricerca).
A dimostrare ulteriormente l’importanza  strategica delle Smart Grid sta anche l’ampio coinvolgimento di realtà industriali finora estranee al mercato elettrico. È il caso di Sap, che ha lanciato una piattaforma informatica per la gestione integrata dei processi di misurazione con i nuovi contatori. O anche di IBM, che in Europa partecipa a ETP e in Usa ha messo un suo uomo, Guido Bartles, alla presidenza di GridWise, l’associazione americana che si occupa del progetto di reti elettriche di nuova generazione.
Le reti quindi stanno diventando smart; resta da vedere se ciò aiuterà gli utenti ad essere più smart.



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