E’ l’era di internet, di Facebook, delle e-mail e degli sms. Strumenti di comunicazione dagli innumerevoli vantaggi, ma con un loro sottile lato oscuro. Infatti è proprio il concetto di comunicazione che sembrerebbe venire meno quando due persone si mettono in collegamento una con l’altra con questi strumenti tecnologici (che sarebbe più corretto chiamare mezzi di informazione, anche se perfino questa definizione potrebbe essere inappropriata).
Per comprenderci meglio dobbiamo partire dal concetto di comunicazione come scambio reciproco non di semplici informazioni, ma di aspetti più globali della persona che comunica. Quando due persone si incontrano il contenuto verbale ha un valore molto parziale se non è valutato nel contesto delle mille sfaccettature emotive che l’accompagnano. Pensate all’importanza del tono di voce, della postura, delle espressioni del viso, dell’odore e della stretta di mano durante un incontro. Tutti questi elementi forniscono la chiave di lettura che guida gli “attori” della comunicazione.
Possiamo facilmente intuire se la persona davanti a noi è falsa o incerta, gioiosa o sofferente, e la nostra risposta dipende in maniera determinante dalla nostra impressione. Impressione che ci fa decidere, per esempio, se frequentare o meno quel conoscente, e questa decisione è legata non tanto all’analisi logica neutrale dei fatti, quanto alle sensazioni emotive che la persona con cui comunichiamo ci passa. La comunicazione mediante le tecnologie moderne rende il tutto apparentemente più facile, ma in realtà snatura la comunicazione del suo significato vero . Ovvero quello scambio di emozioni possibile soltanto quando sono attivati tutti i nostri sensi capaci di mettere in moto il nostro marcatore somatico decisionale (cioè quella sensazione fisica piacevole o spiacevole che ci guida nella decisione di avvicinarci o allontanarci dalla persona con cui stiamo comunicando).
La comunicazione tecnologica ci priva del nostro più importante consigliere, il nostro stomaco, che può attivarsi soltanto se si crea una relazione emotiva che nasce da un contesto non verbale. Mancando quella, crolla la possibilità di una comunicazione reale. Questo vuoto viene colmato dalle proiezioni e desideri di chi comunica, conducendolo a prendere decisioni o a creare rapporti senza il filtro straordinario dell’esperienza del corpo, rimanendo così esposto a mille pericoli e delusioni.
Così si spiegano, ad esempio, gli infiniti smacchi sentimentali di rapporti nati in rete via chat o mail… In sintesi, una buona stretta di mano e l’ascolto dello stomaco sono il cuore della comunicazione e questo cuore è totalmente assente nelle chat, nelle e-mail e negli sms che diventano semplici strumenti di scambio dati che sono interpretati secondo il proprio mondo personale, senza la possibilità di comprendere e creare un rapporto empatico con chi sta tentando di creare un contatto con noi.