Apple archivia il “miglior trimestre non festivo della sua storia” in attesa del rientro di Steve Jobs alla fine di giugno: grazie all’iPhone, la società di Cupertino chiude il periodo gennaio-marzo con un utile netto di 1,21 miliardi di dollari, o 1,33 dollari per azione, in aumento del 15% rispetto agli 1,05 miliardi dell’anno precedente e al di sopra delle attese degli analisti.
In progresso anche le vendite, salite dell’8,7% a 8,16 miliardi di dollari. Nel corso della conference call che ha seguito la presentazione dei risultati non è mancato un accenno all’amministratore delegato Steve Jobs: “Siamo impazienti che ritorni a giugno”, si è limitato a dire il chief financial officer Peter Oppenheimer rispondendo a chi gli chiedeva come stesse Jobs, che ha lasciato in gennaio temporaneamente le redini della società per motivi di salute.
Nel secondo trimestre dell’anno fiscale Apple ha venduto 11 milioni di iPod, oltre il 3% in più dell’anno precedente, e 3,8 milioni di iPhone, il doppio rispetto al passato. Per la prima volta in sei anni sono invece calate le vendite di Mac (-3% a 2,2 milioni di unità): “Il confronto con l’anno passato è difficile” perché – ha spiegato il chief financial officer Peter Oppenheimer – gennaio 2008 è stato un mese particolarmente positivo con il lancio del MacBook Air. Apple, considerata come termometro delle spese dei consumatori, si è mostrata – spiegano gli analisti – resistente alla recessione ma le vendite dei suoi computer, che costano centinaia di dollari in più rispetto ai competitor, stanno soffrendo.
I conti sopra le attese mettono le ali al titolo Apple nell’after hours e neanche le consuete caute previsioni della società riescono a stemperare l’entusiasmo degli operatori: per il terzo trimestre Apple prevede un utile per azione fra i 95 cent e 1 dollaro e vendite per 7,7-7,9 miliardi di dollari. Nel corso dell’anno fiscale 2009 Apple prevede di aprire 25 nuovi negozi, di cui la metà fuori dagli Usa.