Quella che fino a ieri poteva sembrare solo fiction applicata alla scienza, negli Stati Uniti è diventata realtà applicata alla guerra: sono ormai stabilmente operativi e il loro numero é in continuo aumento sia in Iraq sia in Afghanistan (e Pakistan) i robot-soldato che combattono in nome e per conto dell’uomo.
Secondo quanto riporta l’ultimo rapporto in materia, elaborato dallo studioso della Brooking Peter Singer, le armi-robot non solo sono sempre più sofisticate, al punto che si può parlare di robot-piloti, robot-soldati, robot-carri armati, ma il Pentagono ricorre in misure crescente al loro utilizzo.
Singer è l’autore del libro ‘Wired For War – the Robotics Revolution and Conflict in the 21/o Century’ (Cablati alla Guerra – la Rivoluzione Robotica e il Conflitto nel 21/mo secolo). Si tratta della presentazione organica delle ultime armi robotiche messe a punto dall’uomo, e che sono già utilizzate in alcuni dei conflitti in corso.
Le truppe americane che nel 2003 arrivarono in Iraq non avevano un solo robot tra le loro dotazioni. Lo stesso per quanto riguarda l’Afghanistan. Oggi secondo Singer, che cita dati del Pentagono, in entrambe le guerre le forze americane hanno in dotazione almeno 12mila robot di terra, e possono contare su circa settemila UAV (Unmanned Aerial Vehicle). Sono gli ormai famosi Predator, gli aerei senza pilota, detti droni, che con le loro frequenti incursioni in Pakistan sono diventati parte integrante della nuova strategia americana della guerra in Afghanistan. Ebbe, quegli aerei sono comandati nelle loro missioni da personale comodamente seduto alla base aerea di Creech, in Nevada, a ottomila chilometri di distanza dalle montagne del Pakistan.
Singer ha riferito che in Iraq i robot di terra hanno contribuito a salvare centinaia di vite umane: vengono utilizzati sia per intercettare obiettivi potenzialmente carichi di esplosivo (dalle autobombe agli uomini bomba), sia per colpire bersagli a distanza. Il loro acronimo si riduce alla parola Swords (Spade). Quell’acronimo sta per Special Weapons Observation Remote Reconnaissance Direct Action Systems, un sistema per cui questi robot possono essere telecomandati a distanza e, essendo dotati di mitragliatori M249, colpire eventuali bersagli anche a quasi mille metri di distanza.