Dopo 74 anni di produzione la Kodak manda in pensione il suo rullino. Da ora Kodachrome, tanto famosa da essere protagonista di una canzone di Paul Simon del 1973, diventa un ricordo.
L’invertibile per diapositive negli ultimi anni veniva sviluppata solamente dai laboratori Kodak statunitensi. Pasta finissima, estesa latitudine di posa ed una brillante resa cromatica sono gli aspetti che hanno reso celebre questa pellicola.
Motivo del ritiro? Nessuno la vuole più, afferma il colosso fotografico americano di Rochester. «Negli ultimi anni le vendite si sono ridotte in modo significativo, i fotografi prediligono la fotografia digitale» ha spiegato la Kodak in un comunicato ufficiale, precisando che «le vendite della pellicola rappresentano ormai meno dell’1% del fatturato del gruppo. La macchina digitale è già il presente e sarà sempre di più il futuro, inutile continuare a produrre pellicole per foto a colori che poi hanno bisogno di essere sviluppate e stampate. Quel tempo è finito. La pellicola può ormai essere considerata un oggetto da archeologia industriale».



La storia di Kodachrome inizia nel 1935. Da allora le famiglie di mezzo mondo avrebbero scattato fotografie e girato i loro filmini in super8. E per anni la kodachrome fu utilizzata in molti film dell’industria cinematografica mondiale, da Hollywood a Cinecittà.
Quella pellicola aveva la capacità sia di catturare i colori rendendone al meglio la cromaticità, sia di conservarli nel tempo. Fu usata da fotografi professionisti e da dilettanti allo sbaraglio, da registi di fama e da turisti. Tutti sapevano cosa fosse il ‘rullino’ della Kodak.


Oggi lo sviluppo tecnologico ha portato le pellicole a diventare prodotti obsoleti. «La gente ha fretta di veder riprodotta l’immagine appena scattata, la vuole scaricare sul computer, la vuole spedire via internet a un amico. Non c’è più tempo per le fotografie di una volta» ha commentato Steve McCurry, uno dei fotografi più importanti d’America, famoso tra l’altro per aver scattato nel 1985 la foto della ragazza afgana con gli occhi verdi, diventata l’immagine simbolo del magazine del National Geographic.



McCurry scattò di nuovo la stessa foto 17 anni dopo: stessa donna, stessa immagine, stesso successo. Ma non più kodachrome. «Ho utilizzato una Ektachrome» ha ammesso. Oggi anche McCurry è passato al digitale. Ma gli piace continuare ad ascoltare Paul Simon: «Mama don’t take my kodachrome away… ».
Ora non resta che svuotare gli ultimi fondi di magazzino. La casa di Rochester ha calcolato che le scorte dovrebbero terminare per questo autunno. Da allora si dirà davvero addio alla vecchia pellicola che ha fatto storia. Ma per ricordarla  Kodak ha allestito una mostra virtuale.

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