Non passa giorno senza che l’ambiente internet registri movimenti, novità, inversioni di tendenze. Sul fronte industriale sta tenendo banco la notizia dell’accordo tra Microsoft e Yahoo! per cercare di contrastare il dominio di Google nel campo dei motori di ricerca e del business della raccolta pubblicitaria sul web. E’ la risposta ad una mossa appena annunciata da Google, riguardante il lancio di Chrome OS, un sistema operativo del tutto gratuito che potrebbe indebolire il primato di Windows (l’unico limite è che essendo fruibile on-line, richiede la presenza di infrastrutture Wi-Fi veloci e soprattutto… disponibili senza oneri per gli utenti).
Mentre i giganti dell’informatica se le danno di santa ragione, stringendo alleanze o lanciando nuovi servizi, anche gli utenti sembrano capaci di rapide reazioni nei confronti degli sviluppi del web, in particolare di quelli dei social network.
Sulle prime pagine dei giornali è comparsa anche la notizia che proprio Bill Gates, fondatore della Microsoft, ha deciso di chiudere la sua pagina su Facebook, perchè oramai impossibilitato a gestire le molte migliaia di “amici”. Anche una celebrità nostrana della tv come Daria Bignardi ha fatto la stessa cosa, preoccupata del tempo necessario a seguire oltre 4000 “amici” e per l’affollata lista di attesa di altrettanti che le hanno inviato la richiesta d’amicizia.
L’abbiamo detto molte volte, ma giova ancora ripeterlo: il tempo si sta rivelando il principale fattore critico dell’epoca dei mezzi multimediali. Se i motori di ricerca hanno abbreviato in maniera enorme il tempo necessario a reperire informazioni di ogni genere, i social network, assai utili da molti punti di vista, si stanno rivelando in molti casi come dei pericolosi rubatempo. E mi stupisco che addetti ai lavori del calibro di Gates se ne accorgano con così grande ritardo.
Personalmente uso Facebook per dialogare con una ristretta cerchia di amici o di persone che stimo, ricevendone in cambio segnalazioni, informazioni, idee. E anch’io mi accorgo che ogni tanto faccio molto tardi la sera perchè, una volta entrato in Facebook mi faccio attirare dalla proposta di nuovi percorsi o mi ritrovo a chattare con più persone contemporaneamente, il che è pure assai affaticante.
Ma se non si mette un limite, “ibernando” gli amici troppo loquaci, diventa del tutto impossibile staccarsi dal proprio social network preferito, rischiando di passarci assai più tempo del previsto. Si stabilisce quindi una precisa linea di demarcazione tra chi sceglie di avere pochi interlocutori…(ma buoni) e chi accetta di averne migliaia…fino a restarne soffocato.
Tutto ciò apre nuovi interrogativi sulla sempre rimandata esplosione dei ricavi pubblicitari via web, e sottolinea nuovamente l’importanza di una approfondita riflessione sull’uso del tempo. E chi ci farà risparmiare tempo verrà premiato.
Basti pensare che il nuovo saggio di Chris Anderson “Free” è disponibile on-line in versione integrale ad un certo prezzo, mentre la versione sintetica costa assai di più: segno che ciò che ci fa risparmiare tempo ha un valore assai più significativo.