«Questo è uno sviluppo estremamente emozionante, il poter diventare ciascuno di noi testimoni elettronici e promotori di trasparenza, legittimazione e responsabilità». Susan Pointer, responsabile per Google in Europa, racconta a ilsussidiario.net come la rete, con le dovute attenzioni, lungi dall’essere una minaccia può rappresentare uno strumento efficace e concreto di diffusione di conoscenze e di libertà.
Cosa l’ha colpita di più nel Meeting e nel suo tema: “La conoscenza è sempre un avvenimento”?
Ciò che mi ha colpito dal primo momento è stata la energia che proveniva da un gruppo molto numeroso e variegato di persone, convenute nello stesso luogo per incontrarsi e scambiarsi opinioni e idee. Sotto molti aspetti, è lo stesso punto che ho sollevato durante il mio intervento circa la natura dei servizi su internet e le opportunità che offrono per l’informazione e la comunicazione. In questo senso, il tema del Meeting è lo scenario perfetto per qualcuno come me, che crede con passione nel valore dell’informazione come motore per la conoscenza e per decisioni documentate.
Si può davvero parlare di “conoscenza” quando si tratta di internet?
L’accesso alla conoscenza è nel DNA di Google. La nostra raison d’être è di aiutare a organizzare l’informazione nel mondo e renderla universalmente accessibile e utile. Nell’attuale clima di preoccupata incertezza e mancanza di fiducia nel futuro, quello dell’accesso dell’uomo alla conoscenza e alla comprensione della realtà è un tema che non può che entusiasmare. Nel mio intervento a Rimini ho voluto però trasmettere anche il fatto che questa risorsa e questa libertà non devono essere date per garantite, ma devono essere curate, rispettate e usate responsabilmente. Internet mette a nostra disposizione una quantità incredibile di conoscenze, contenuti, esperienze e opinioni; inoltre, attraverso piattaforme di servizio come YouTube e i blog, fornisce gli strumenti per interagire con altri su questi contenuti e di crearne di nuovi. Tuttavia, internet non è il West selvaggio, senza regole e norme di comportamento: ci sono leggi, linee guida delle comunità, meccanismi di imposizione online e offline, e i singoli rimangono responsabili per le loro azioni quando queste libertà vengono usate male.
E se chi le usa non è ancora cosciente di quello che può avere in mano, come i minorenni?
Come società, come genitori, insegnanti, imprese e istituzioni ci spetta il ruolo di guidare, educare e proteggere gli utenti più giovani, soprattutto per le “norme di navigazione”, come succede quando i bambini cominciano a esplorare il mondo naturale attorno a loro. Con l’accesso all’informazione viene anche la responsabilità, individuale e collettiva, e questo è al centro della difesa delle nostre libertà in tutte le comunità, comprese le comunità online.
Sia il Meeting sia internet mettono le persone in contatto, l’uno fisicamente, l’altro virtualmente. Possono queste due realtà collaborare o vi è una barriera effettiva tra il mondo reale e quello “virtuale”?
Le barriere all’entrata nell’accesso ai servizi online e alla comunicazione con altre persone sono state significativamente ridotte dalla tecnologia, soprattutto dove la geografia, la mobilità, gli impegni familiari, la lingua o il costo impedivano l’incontro faccia a faccia. Si veda il gran numero di nonni che, tramite e-mail e il social networking, possono tenersi in contatto con i nipoti, o di genitori con i figli adolescenti in viaggio. La natura intrinsecamente globale della tecnologia di internet ci aiuta a mantenere contatti dove prima erano difficili. I giovani in particolare sembrano avere un’incredibile capacità di fare la spola tra incontri fisici e contatti virtuali, integrandoli senza soluzione di continuità nelle loro relazioni e nel loro modo di vedere il mondo intorno a essi.
Non c’è il rischio di un’alienazione?
Internet non sostituisce il mondo fisico, è un facilitatore, un aiuto. Sotto questo profilo, il web stesso è solo un intermediario in questi scambi, così come il servizio postale o il telefono. Il fatto di essere una piattaforma neutrale e accessibile è uno dei fattori fondamentali della sua rapida adozione come sostegno alla libertà di espressione, alla democrazia, alla comunicazione e all’apprendimento. Per conservare la neutralità delle piattaforme ed evitare di considerarle responsabili dei contenuti generati dagli utenti è cruciale mantenere questi vantaggi.
Dal punto di vista della “bontà” delle informazioni, quali condizioni ci sono perché internet mantenga la sua libertà?
Nel mondo vi sono già stati diversi esempi di iniziative tese a mettere a rischio questo principio di libertà di espressione. C’è stato un esempio anche in Italia, dove quattro dipendenti di Google sono stati rinviati a giudizio perché ritenuti responsabili per un video messo su Google Video da utilizzatori. Il considerare Google (o meglio i suoi dipendenti) responsabili allo stesso livello dei creatori del contenuto è una prospettiva agghiacciante e minaccia di avere un impatto decisivo sullo sviluppo di internet in Italia.
Venendo ai progetti di Google, può descriverci due iniziative che ci sembrano interessanti, Google Books e Google Chrome, e cosa la società si aspetta da essi?
Entrambi i servizi sono nati avendo in mente gli utenti. Con Google Books il nostro obiettivo è di fornire un servizio gratuito che permetta agli utilizzatori la ricerca tra i milioni di libri che esistono nel mondo, di trovare come comprarli on o off line, di leggerli in una biblioteca o, nel caso non siano più coperti da diritti di autore, anche sul proprio computer. Google Chrome è il nostro progetto per creare un browser che risponda alle esigenze del web e alla sua costante evoluzione e che porti l’innovazione in questo campo a un nuovo livello.
Secondo recenti notizie, è sorta una specie di “grande alleanza” tra Microsoft, Yahoo e Amazon contro un presunto monopolio di Google nello sfruttamento dei diritti librari online. Qual è la posizione di Google e in che modo tutto questo potrebbe influenzare lo sviluppo della società?
La costituzione di Google Books sta immettendo maggiore concorrenza nel mercato dei libri digitali, perciò è comprensibile che i nostri concorrenti cerchino duramente di impedire questa maggiore concorrenza. Detto questo, è comico che alcune di queste lamentele provengano da società che compiono sforzi nella digitazione dei libri o che hanno abbandonato i loro progetti nel settore perché non vi erano “spazi commerciali”.
Qual è il ruolo del cosiddetto capitale umano nella vostra società e quali politiche vengono poste in atto a tal proposito?
Sebbene si sia cresciuti moltissimo nei dieci anni passati, abbiamo mantenuto lo spirito della piccola impresa e i nostri dipendenti sono tuttora la nostra più alta priorità. La base dei nostri dipendenti è variegata come quella dei nostri utilizzatori, dato che abbiamo uffici in tutto il mondo.
All’ora di pranzo, quasi tutti mangiano nella mensa aziendale, sedendosi dove trovano un posto libero e conversando quindi con colleghi di tutti gli altri reparti. Il nostro impegno all’innovazione dipende dal fatto che ognuno si senta a suo agio nello scambiare idee e opinioni. Ciò significa che ogni dipendente è coinvolto e ognuno “indossa più cappelli”, perché ciascuno si rende conto di rappresentare una parte importante del nostro successo.
Un’ultima domanda. Secondo lei, lo sviluppo di internet può realisticamente contribuire alla democratizzazione dei media e della società? Il caso dell’Iran, dove il social networking è diventato un mezzo per rompere la censura, potrà essere riprodotto in altre situazioni?
Siamo da molto tempo coscienti delle incredibili opportunità economiche che internet offre a consumatori e imprese. Solo ora cominciamo a capire quanto internet e l’immediatezza e trasparenza che esso offre possano giocare un ruolo fondamentale nel coinvolgere i cittadini nella politica e nel processo democratico, nello spingere governi e istituzioni a rendere conto delle loro azioni e delle loro politiche e nel sostenere i diritti umani e la libertà di espressione. Si pensi all’uso di internet, video e media sociali durante le recenti elezioni negli Stati Uniti per rendere possibile un rapporto a due vie tra candidati ed elettori, o all’importanza di singoli cittadini trasformati in giornalisti nelle recenti elezioni in Iran.
Questo è uno sviluppo estremamente emozionante, il poter diventare ciascuno di noi testimoni elettronici e promotori di trasparenza, legittimazione e responsabilità. L’informazione e la capacità di comunicare sono una risorsa incredibilmente potente. Come già detto, dobbiamo apprezzare, curare e rispettare le libertà che la sostengono.