Apple ha una storia a parte, fatta di componenti, processori, vecchie glorie e collaborazioni d’epoca, una storia parallela, quasi conservatrice, che a volte crea attrito con l’attuale “facciata” dell’azienda, estremamente proiettata verso il futuro. Nell’immaginario collettivo Apple viene rappresentata spesso come una sorta di “capitalista informatica”, con compromessi tramutati in azioni preventive, che in realtà sono quanto di più vicino al così-detto “saperci fare”. Quando una tale filosofia va ad abbracciare una nuova idea, si crea un mix unico e letale: un esempio è il processore A4, figlio dei Power-PC.



Apple è sempre stata un’azienda ribelle, possiamo definirla una sorta di “punto di origine” di molte scommesse informatiche: mentre il mondo brillava con la luce di Intel, Apple tirava acqua al suo mulino con la stabilità dei suoi PowerPC, nati da una stretta collaborazione con IBM, il cui acronimo non è altro che “Performance Computing”.



Nel 2005 ci fu un cambiamento storico per Apple: il passaggio definitivo all’architettura Intel x86, quando abbandonò l’ascia di guerra per abbracciare “il nemico” di tante notti insonni degli ingegneri di Cupertino. Sono passati 5 anni da quel giorno, molti di voi stanno leggendo questo articolo su un computer Mac con processore Intel multi-core, io scrivo dal primo Mac Intel in assoluto: un iMac 20” Core Duo, sinceramente, sembra quasi che non sia cambiato niente da quel giorno.

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Il famoso Think Different era quindi una “bufala”? Correva l’anno 2007, tra lo stupore di un pubblico di altri tempi, Steve estrasse dal “velo di rumors” il rivoluzionario iPhone, con un’interfaccia mai vista, un form-factor bizzarro, una sorta di evoluzione dell’LG Prada, e un’ignoto tasto Home: aveva un processore ARM. IPhone era ed è stato sino ad oggi il vero Mac del futuro per Apple: dentro una scocca di policarbonato monocromatica, batte proprio un processore ARM, la stessa architettura degli ormai “orfani” PowerPC.



 
Il “vecchio” con il nuovo, è stato un mix vincente. Apple ebbe sin da subito un naturale controllo sull’intera piattaforma, sulle azioni da compiere e sulle restrizioni da attuare, il tutto venne perfezionato di anno in anno sino ad arrivare all’attuale iPhone 3GS con una velocità di clock pari a 800 Ghz (ridotta a 600), ed un’affinità con l’OS impareggiabile rispetto alle altre aziende produttrici di Smartphone.

 

Ora abbiamo un Sistema Operativo con tanto di Store, Spotlight, e supporto per gli accessori esterni, mosso da un “cuore” RISC, per gli “amici” ARM Cortex A8, per i nostalgici semplicemente ARM. La fluidità di iPhone deriva dall’esperienza maturata su Mac, da un’”empatia” tra hardware e software e un sapiente dosaggio dei due: la stessa che darà vita a iPad.

 

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Se l’affinità tra hardware e software dovesse rasentare l’estremo, questa avrebbe proprio il nome di iPad e il suo processore Apple A4. Il nuovo SoC (System on a Chip) ha la stessa architettura ARM di iPhone, realizzato da Apple con gli ingegneri di P.A. Semi (società acquisita da Apple nel 2008), ha una velocità di clock pari a 1GHz, consumi drasticamente ridotti, un’ottima reattività ed un costo bassissimo, rappresenta ad oggi il più alto impegno di Apple nell’ottimizzazione di un prodotto, sin dalla radice.

Non è per i nostalgici: il processore Apple A4 basato su architettura Cortex A9, è stato creato per non dover più niente a nessuno, sia in termini economici, sia in favoritismi da ricambiare, sia perché sul mercato non c’è niente di paragonabile per costo/prestazioni. Chi ha avuto modo di testare – con mano – iPad, ha constatato subito una fluidità di utilizzo impareggiabile con altri device simili, se contiamo che il processore è responsabile anche della tastiera virtuale, riusciamo a capire quanto sia importante disporre di un componente così affidabile.

Il futuro di Apple? E’ un’incognita, la collaborazione con Intel prima o poi verrà discussa: Apple ha ammesso di essere un’azienda “mobile”, e sappiamo bene che Intel non dispone ancora di processori all’altezza per questa generazione di prodotti. E’ buffo notare che se analizzassimo le componenti di iPhone e iPad verrebbe fuori che sono veri e propri Mac… Forse Apple lo sa, forse è per questo che punta molto sui due dispositivi.

 

(Giampiero Serra – mondomela.it)