Ecco la top ten dei gruppi più scandalosi presenti su Facebook. In grado di fare impallidire il blog, dal discutibile titolo “Vi Odio”, che in pochi giorni ha raggiunto un totale di 70mila iscritti. E se il social network spesso chiude o elimina le pagine che violano la legge, a quelle cancellate se ne sostituiscono continuamente delle nuove, dove si inneggia a tutto ciò che è proibito, sregolato o più semplicemente fuori dagli schemi. Con un effetto sorprendente: la pazzia 2.0 fa sempre tendenza, lo dimostra la carrellata che ilsussidiario.net propone di seguito.



Si chiama “Friends for sale”, “Amici in vendita”, e conta 2 milioni e 751.843 utenti attivi mensilmente e 910.739 fan. Sulla home page il gruppo è presentato con queste parole: “Compra le persone e falle diventare i tuoi animali domestici, accumulando soldi come uno scaltro commerciante di bestiole”. In pratica ogni utente che decide di partecipare può “comprare” nuovi amici come se fossero degli oggetti acquistandoli dai contatti degli altri partecipanti, in modo tale da aumentare il proprio capitale. Maggiore è il numero di amici che si riescono a ottenere e più i partecipanti diventano ricchi. Inoltre ogni volta che un utente di Facebook è acquistato da qualcun altro, il suo prezzo aumenta. L’aspetto paradossale del gruppo è che si possono acquistare anche persone che non partecipano al gioco e che non sanno nemmeno che cosa sia. Ricevendo la strana notifica (“ti ho comprato”) dai propri contatti, che almeno le prime volte può lasciare spiazzati. “Che cosa è meglio, comprare i propri amici o venderli?”, si chiede un utente sulla bacheca. Ma non è l’unico gioco di questo tipo presente su Facebook. Esiste anche “Buy your friends”, che conta 8.187 utenti attivi ogni mese.



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Supera ogni limite di buon gusto l’applicazione “Human organs”. Ciascun utente seleziona un organo, per esempio il pancreas, lo stomaco, il fegato o l’esofago. Poi individua uno dei propri contatti e gli invia in dono la parte di corpo umano scelta. Inoltre, ciascun partecipante al gruppo può ricevere degli organi in dono, trovandosi così, per esempio, con tre polmoni e quattro cistifellee, ma una sola tibia. Una cosa è sicura, chi ha inventato il gioco è un ex donatore di cervello. Ma non si tratta di un caso isolato, l’applicazione conta su 39 utenti mensili. E non si tratta dell’unica applicazione di Facebook che permette di inviare doni dal contenuto impressionante.



 

 – In tutto 20.233 gli iscritti al gruppo Rave, i cui nuovi utenti sono in media 1000 al giorno. Sul sito si pubblicano tutti i video dei rave party, organizzandone di nuovi. Con proposte decisamente provocatorie, come quella dell’utente Al Colizzato che propone: “Usiamo la piazza del Vaticano per i rave”. Aggiungendo: “Tutto quello spazio libero è uno spreco… mettiamoci una consolle, un bell’impianto da qualche milione di Watt e rendiamo utile per una volta sta c… di piazza. P.S. Se piove tutti dentro, ovvio”. Ma il gruppo ospita anche uno spazio per i flash mob, i raduni di persone che si ritrovano all’improvviso in uno spazio pubblico, mettono in pratica un’azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi.

 

Su Facebook è presente anche un gruppo di fan di Salvatore Riina. Tra i commenti, quello di un’utente che rivela: “Zio Totò, ti amo e chi te lo dice è una corleonese di rispetto, famiglia siciliana pure sangue dentro e fuori”. Aggiungendo: “Se dovessi scegliere tra rinunciare alla mia vita o alla tua, sceglierei la mia”. Mentre un’altra utente ha pubblicato un video, dedicato sempre a Riina, con frasi del tipo “resterai sempre nel mio cuore”, “o “ricordati che io sarò sempre tua, se tu mi vorrai”. E perché non ci siano dubbi, sottolinea nel post: “Ho deciso di non mettere la musica perché ero indecisa, però leggi è per te, l’ho fatto io… ti prego almeno questo Salvatore Riina”.

 

Conta 428 membri ed è riservato agli utenti di Facebook che ritengono di avere un potenziale da omicidi seriali. Il gruppo rimanda a un sito Internet, dextertherapy.com, i cui visitatori sono sottoposti a un esperimento da shock. A ciascuno sono mostrate chiazze di sangue di forme diverse e a ciascun navigatore è chiesto di indicare che cosa vede e, attraverso una freccia, specificare quanto le immagini lo facciano sentire felice o triste, rilassato o teso, calmo o agitato. Ala fine è indicato, da 0 al 100%, in quale misura il suo profilo ha una componente da serial killer. Allucinanti i commenti postati sulla bacheca: “Chi è il vostro serial killer preferito?”, “Bombarderò tutto il mondo così ogni cosa finirà”, ecc…

 

 – Il gruppo piace a 1.123 persone e si spera che non tutte siano passate a miglior vita. Se a qualcuno la rete di contatti di Facebook, Myspace, Twitter e Linkedin, invece di essere fonte di divertimento fa venire dei pensieri disperati, forse è il caso di farci una visitina. Perché lo scopo di questo gruppo non è favorire il suicidio dalla vita reale, ma da quella virtuale. L’applicazione, sviluppata da un’azienda olandese, in pochi e semplici passaggi, permette di eliminare definitivamente il proprio account con le relative informazioni dai più famosi social network esistenti. Anche se, superato un certo numero di “suicidi virtuali”, Facebook ha deciso di bloccare le funzionalità di questo gruppo, rendendole inutilizzabili. La motivazione è che andrebbe a minare la privacy dei suoi utenti. Il servizio resta comunque ancora attivo e funzionante per Myspace, Twitter e Linkedin.

 

Sono numerosi i gruppi di Facebook dedicati al cannibalismo. Il più estremo si intitola “Cannibal Holocaust”, dal nome di un film cult del genere horror. Il regista Ruggero Deodato, soprannominato Monsieur Cannibal, fu processato con l’accusa di avere realizzato uno snuff movie, cioè di avere ripreso delle scene di violenza vere e di avere ucciso degli animali per mostrarne le sofferenze. Il gruppo piace a 3.494 persone e il primo post nella home page recita sinistramente “buon appetito”. Mentre un gruppo, “Cannibalismo”, annuncia apertamente: “Noi pratichiamo il cannibalismo, elogiamo il masochismo e inneggiamo al sadismo”.

 

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Si chiama “Death calculator” ed è un’applicazione che “rivela” a ogni utente il giorno e l’ora esatta in cui morirà, il modo in cui questo avverrà e il tempo esatto che gli resta ancora da vivere in anni, mesi, giorni, minuti e secondi. E’ possibile inoltre invitare ciascuno dei propri contatti su Facebook a fare lo stesso esperimento, anche se l’applicazione rivela la data fatidica solo direttamente alla persona interessata, e mai invece a terzi. Scaricando il “Death calculator” si può vedere la propria foto sulla lapide di una tomba sotto la scritta “Riposi in pace”. In tutto 160.156 gli utenti attivi mensilmente su “Death calculator”, mentre 7.859 ne sono addirittura fan.

 

In tutto 16.736 gli utenti che si sono iscritti al gruppo “Quelli che mentre giocano a PES diventano razzisti, blasfemi e violenti”. Sulla home page la spiegazione, non proprio rassicurante: “Se anche voi, durante le partite a PES (il videogame Pro Evolution Soccer, Ndr), diventate delle belve, offendendo l’arbitro (soprattutto se di colore), i giocatori (soprattutto quelli di colore), il vostro compagno di squadra che sbaglia a porta vuota, e chiunque osi disturbarvi tempestandolo di bestemmie, e quando segnate festeggiate come aveste segnato in Champions, questo è il gruppo che fa per voi”. E se nella pagina iniziale si parla di “calciatori di colore”, nella bacheca i commenti sono molto meno politicamente corretti e ci si lascia andare al ben più volgare “questo negro non passa mai la palla”, o “questo gioco mi fa diventare una bestia di Satana”.

 

– Su Facebook ha ben 2.409 fan, e un gruppo si preoccupa di tenere i contatti tra i suoi ammiratori e la ragazza americana condannata a 26 anni di carcere con l’accusa di omicidio. “Questa pagina – spiega un post – è realizzata da un team di professionisti, che lavorando 24 ore al giorno e sette giorni su sette a progetti per portare a casa Amanda. Per coloro che sono in grado di fornire informazioni utili per la difesa e per accelerare il rilascio di Amanda, si prega di contattare il suo legale di fiducia attraverso il modulo qui sotto”. E tra i messaggi in bacheca, uno informa: ”Amanda è triste e ancora in prigione. E la stampa si è dimenticata di lei”.

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(Pietro Vernizzi)