Iperconnessi, vengono definiti i giovani di oggi secondo una ricerca effettuata dal Pew International Project e dalla Elon University. I ragazzi nati e cresciuti con Internet e i computer, viene detto, con una esposizione costante alla mole enorme di informazioni a disposizione sulla Rete subiscono conseguenze sul loro stile di vita. Uno stile di vita che appare profondamente diverso da quello dei loro genitori. Attenzione: non si dice che tale stile di vita sia negativo, anzi. Al momento darebbe risultati positivi: i giovani dell’ultima generazione infatti hanno un modo di affrontare la realtà in modo molto diverso dalle generazioni precedenti. Gli aspetti negativi però ci sarebbero: questi giovani, che vengono definiti Millenial, non sarebbero in grado di avere pazienza, di saper aspettare e anche di avere un pensiero critico. Questo perché ogni domanda, ogni curiosità viene soddisfatta immediatamente grazie ai motori di ricerca. E anche le tematiche affrontate, le problematiche, vengono cercate già approfondite o spiegate sui vari siti a disposizione. Fanno il resto i social network che offrono anch’essi tantissime informazioni. Tutto a portata di mano insomma: ci si domanda se tutto ciò può trasformare questi giovani in persone che sfruttano l’intelligenza connettiva oppure in sorta di robot manipolabili. Addirittura alcuni scienziati contattati nel corso dell’indagine, hanno prospettato un futuro dove si potrebbero modificare le connessioni cerebrali: i ricordi saranno come dei link verso memorie esterne che si potranno recuperare in modo quasi automatico grazie a parole chiave. Niente più percorsi all’indietro verso i luoghi dei ricordi. Per altri studiosi comunque questi giovani saranno sempre meno capaci di affrontare una analisi critica su questioni complesse. Ma non solo: ci saranno anche cambiamenti che investiranno la società creando classi divise fra loro. Tra quelli in grado di dare risposte pronte ed esatte e coloro che invece avranno ancora bisogno del cosiddetto pensiero lungo, con una discriminazione alla base. Una studiosa ha previsto un quadro in cui “ci saranno nuove e preoccupanti divisioni sociali di classe intorno a lavoro, capacità e attenzione”. Fortunatamente altri studiosi considerano la rivoluzione di Internet come una delle tante rivoluzioni scientifiche e innovative già attraversate dall’umanità. Si ha sempre paura di questi cambiamenti, dicono, una sorta di panico morale sugli effetti che possono avere nuove tecnologie ma ogni nuova rivoluzione tecnologica non ha portato alla fine della civiltà.



Per concludere, la ricerca tiene conto anche del parere di chi sottolinea l’importanza di aggiornare i metodi educativi: “insegnare come gestire fonti di informazioni multiple enfatizzando le capacità di filtraggio, analisi e sintesi dell’informazione”.

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