Flessibilità e plasmabilità: è questa la nuova (incredibile) frontiera degli smartphone. Cellulari (anche se ormai il termine è quanto mai improprio) dal display pieghevole, malleabile. Dopo anni e anni di ricerche e di esperimenti di incredibile ingegno, sembra proprio che questo tipo di schermo siano davvero pronti al lancio, firmato LG e Samsung. Il primo disponibile (arriverà entro la fine della prossima settimana) sarà una variante di Galaxy Note 3 con schermo curvo, ma non è ancora noto se si tratterà o meno del modello Active, il marchio con cui Samsung indica le sue versioni particolarmente resistenti. Dalle prime indiscrezioni pare che una porzione dello schermo sarà incurvata per seguire il profilo dello stesso, ma il modello è tutto da scoprire (e da toccare). Toccherà poi a LG – entro fine ottobre – con il rivoluzionare modello chiamatoLG Z (o Z1). In questo caso lo smartphone dovrebbe essere concavo, forse per seguire al meglio la forma del viso, ma anche qui i dettagli sono frammentari. Il primo modello con display flessibile targato LG sarebbe dovuto uscire a dicembre, sotto forma di un grande “phablet”. Ma la domanda sorge spontanea: l’utilità dove sta? Il display flessibile non implica che lo sarà tutto lo smartphone; sarò l’uso di questa nuova tecnologia a rendere i modelli più resistenti, con cornici ancor più ridotte degli attuali. D’altronde, siamo in piena rivoluzione tecnologica e digitale.



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