È un Kim Dotcom furioso, quello apparso sul suo profilo Twitter. Il fondatore di Megaupload, intervenuto sul social network cinguettante, avrebbe evidenziato tutto il suo rammarico di fronte alla decisione di LeaseWeb nel cancellare tutti i dati presenti sui server gestiti da quest’ultima società. Ad essere colpiti nel particolare, gli utenti europei: “Pessime notizie – esordisce il boss su Twitter – LeaseWeb ha cancellato tutti i server di Megaupload. Tutti i dati appartenenti agli utenti e le prove decisive per la nostra difesa legale sono stati distrutti senza alcun avviso”. La ricostruzione di Dotcom parla chiaro e pare abbastanza eloquente: i legali di Mega, in collaborazione con gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF), avrebbero inviato numerosissime richieste per la conservazione di tali dati presenti sui server europei gestiti, appunto, da LeaseWeb. La cancellazione sarebbe avvenuta agli inizi di Febbraio, mentre il founder di Mega Kim Dotcom ne sarebbe venuto a conoscenza solo nel corso della scorsa settimana. “LeaseWeb avrebbe potuto attendere una decisione del giudice statunitense sui dati appartenenti agli utenti di Megaupload – ha proseguito il boss -. Loro erano al corrente del nostro desiderio di pagare dopo lo scongelamento dei fondi”. Immediata la risposta di LeaseWeb, per mezzo del regulatory counsel Alex de Joode, il quale ha specificato che da mesi i responsabili di Megaupload erano contrari ai costi per la gestione di 630 server. “Abbiamo chiesto al Dipartimento di Giustizia il rilascio di alcuni tra i nostri fondi congelati – prosegue ancora Dotcom – Volevamo comprare tutti quei server. Loro hanno rifiutato, e ora tutti i dati archiviati da LeaseWeb sono andati”. Tra gli imputati di Dotcom, le autorità degli USA, che non avrebbero interferito nella cancellazione di tali server contenenti dati che sarebbero risultati decisivi durante il processo sulle attività di Megaupload. Non vuole saperne Alex de JooDe: il dipendente di LeaseWeb sottolinea come i 630 server appartenessero alla società di hosting olandese e non a quella di Dotcom. Lo stesso boss di Mega, tuttavia, specifica come i responsabili di LeaseWeb non avessero risposto ad una sola chiamata dopo il raid statunitense agli inizi di quest’anno.