Nello spazio, nessuno può sentirti urlare. Questa è la premessa di Adr1ft, prodotto d’esordio per la piccola casa di sviluppo californiana Three One Zero fondata dall’ex direttore creativo di Microsoft Adam Orth. Il gioco, previsto per PC, Playstation 4 e XBox One, viene definito come una First Person Experience, lontana quindi dalle dinamiche adrenaliniche dei tipici sparatutto in prima persona. Il giocatore viene trasportato nell’anno 2037, all’interno di una stazione spaziale semidistrutta dopo un disastro di cui inizialmente non si conoscono i dettagli. Spetterà al giocatore, nei panni dell’astronauta Alex Oshima, farsi largo tra i claustrofobici meandri della stazione spaziale (e anche all’esterno…) per scoprire cosa sia accaduto e trovare il modo di far tornare la stessa Alex sana e salva sulla Terra. Facile? Tutt’altro. I principali sistemi di supporto vitale della stazione sono irrimediabilmente fuori uso, e dunque tutto ciò che separa Alex da una morte orribile sono la sua tuta, e la speranza di trovare bombole d’ossigeno per ricaricare la propria riserva. Una delle dinamiche fondamentali del gioco sarà proprio questa: l’impulso a esplorare gli ambienti si scontrerà inevitabilmente con la necessità di trovare preziose ricariche di ossigeno, nonchè diari, registrazioni o “scatole nere” che possano far luce su quanto accaduto. A più di qualcuno tornerà alla mente un altro eccellente titolo in prima persona di ambientazione spaziale, Alien Isolation, ma le differenze saltano subito all’occhio: Amanda Ripley era tutt’altro che sola, e l’ampia stazione Sevastopol, pur vecchia, malandata e danneggiata, aveva ancora ossigeno e gravità. Tutt’altro contesto rispetto a quello in cui è inserita la Alex di Adr1ft, costretta a lottare non con alieni o androidi impazziti ma con un ambiente totalmente ostile. L’opera prima di Three One Zero uscirà il 28 marzo per PC, e a breve distanza anche per le consolle di ultima generazione, Playstation 4 e Xbox One. Il gioco sarà inoltre uno dei primi a supportare Oculus Rift, il visore di realtà virtuale targato Oculus VR, che promette un’immersione davvero totale nell’esperienza di gioco.



Dai tempi del primo tech demo presentato alla fiera E3 del 2014, Three One Zero ha fatto davvero passi da gigante con il suo Adr1ft. Il progetto appare oggi ben più “ripulito” e ben organizzato, con meccaniche di gioco un po’ più variegate e una maggior sensazione di presenza all’interno degli ambienti, fattore fondamentale per un prodotto che fa dell’esplorazione e della continua alternanza fra claustrofobia e agorafobia i suoi punti di forza. Particolarmente suggestivo l’effetto della mancanza di gravità, con un motore fisico capace di disimpegnarsi bene sia per i macchinosi spostamenti di Alex sia per i vari oggetti fluttuanti, piccoli e grandi. Adam Orth specifica che il gioco avrà una durata relativamente contenuta, pari approssimativamente a quella di un lungo film. La stima si aggira quindi attorno alle 3 o 4 ore, una scelta che se apparentemente può far storcere il naso, di fatto può invece rivelarsi vincente per allontanare il rischio di annoiarsi a causa di meccaniche di gioco inevitabilmente più lente rispetto ai classici FPS. Insomma, l’esordio dei ragazzi di Three One Zero è più promettente che mai.

Leggi anche

CRYPTO & FINANZA/ Meme coin, l'alternativa rischiosa a Bitcoin ed EthereumLE SFIDE DEL LAVORO/ Tra IA e demografia, le indicazioni utili del G7