Dagli sviluppatori indipendenti di Triple Eh? arriva un videogioco che unisce il nostalgico al nuovo: si chiama Lumo e con la sua identità da platform isometrico promette di riportare gli appassionati degli adventure indietro nel tempo, ripercorrendo lo stile ed il gameplay dei classici 8-bit di oltre vent’anni fa.
A corroborare un gameplay essenzialmente classico non sembra ci sia una trama particolarmente elaborata: scopo del gioco è condurre un maghetto che, aggirandosi nei meandri di dungeon oscuri e pericolosi, cerca di superare più di 400 stanze divise in quattro zone diverse intrise di mistero e segreti da scoprire. Da un concept fondamentalmente semplice nasce così un’avventura profonda e intrigante, basata su un sistema a livelli che è possibile superare e portare a termine solo mediante la risoluzione di intricati enigmi ambientali. L’esiguo numero di livelli ed il loro elevato grado di sfida mettono il giocatore dinanzi a giochi d’astuzia e d’intelligenza, con alcune sezioni simili a dei veri e propri rompicapi che portano a riflettere e studiare l’ambiente circostante. Ciononostante Lumo cerca comunque di approcciarsi all’utenza più giovane con meccaniche di gioco semplici da imparare ma difficili da padroneggiare, complice quel pizzico di cattiveria che punisce anche il minimo errore. Alla base, però, vi è sempre il familiare sistema che prevede la raccolta di monete, chiavi e segreti disseminati per tutto il mondo di gioco.
La profondità degli scenari riveste un ruolo tanto importante quanto i giochi di prospettiva, tutti sapientemente sviluppati e articolati per galvanizzare anche i giocatori più abili e scrupolosi. Per chi vorrà addentrarsi ancora di più nell’esperienza, Lumo offre infatti sei minigiochi nascosti che è possibile sbloccare solo con dovuta pazienza ed una certa voglia di scoprire.
Lumo è disponibile negli store digitali di PS4, Xbox One, PC e PS Vita al prezzo di 17,99 euro già dal 24 maggio. Dalla sua uscita a oggi, il gioco ha raccolto un buona quantità di consensi da parte di critica e pubblico. Fin dall’annuncio il titolo è comunque riuscito a dare una buona impressione di sé con videogameplay e immagini varie che hanno iniziato a sondare il terreno in vista del suo debutto. A prodotto finito e disponibile in tutti gli store digitali di console casalinghe e portatili, Lumo riesce però a confermare la sua ottima qualità con un gameplay addirittura superiore a qualunque più rosea aspettativa. L’appetibilità del titolo per il grande pubblico è ancora tutta da scoprire, ma una cosa è certa: l’ultima creazione dei Triple Eh? è un autentico tributo ai platform dell’era 8-bit, con evidenti riferimenti a classici per NES, Spectrum, Commodore-64 e tutta quella schiera di titoli che hanno contraddistinto l’indimenticabile periodo videoludico a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Se da una parte risulta difficile fermare l’inevitabile lacrimuccia nostalgica, dall’altra, trovandosi faccia a faccia con il videogioco di Triple Eh?, le intricate avventure del maghetto arrivano perfino a spazientire a causa di una curva di difficoltà talmente elevata da far impallidire anche i più impegnativi platform di un tempo. Un gioco per molti ma non per tutti che cerca in qualche modo di approcciarsi agli utenti più giovani ma che ricompensa solo chi è abbastanza abile da uscire vittorioso dai numerosi dungeon che offre.