Sono passati ben 21 anni da quel fatidico marzo del 1996, quando nel mondo videoludico si scatena un vero e proprio terremoto: l’uscita del primo, storico Resident Evil. In un genere che fino ad allora aveva conosciuto solo la valida ma antiquata trilogia di Alone in The Dark, Resident Evil ha un impatto enorme con i suoi sfondi pre-renderizzati e le sue terrorizzanti atmosfere horror. Dopo numerosi sequel, prequel e spin-off dalla variabile qualità Capcom torna alle origini, o quasi, con Resident Evil 7: Biohazard, scegliendo questa volta di incorporare sia il nome delle versioni giapponesi (Biohazard) sia quello utilizzato invece nel resto del mondo (Resident Evil, appunto). Il cambio di nome è però solo la punta dell’iceberg. 



Ciò che prima di tutto salta all’occhio è infatti la variazione della visuale: Resident Evil dice addio alla terza persona che aveva caratterizzato tutti i principali esponenti della saga, convertendosi a un’inquadratura in prima persona che risulta ancora più coinvolgente grazie alle moderne tecnologie multimediali. Un altro taglio netto col passato è costituito dalla trama, completamente slegata da tutti gli altri Resident Evil. Qui il giocatore interpreterà un uomo di nome Ethan, decisamente più “normale” rispetto agli agenti speciali manovrati in precedenza. Ethan si ritrova da tre anni a fare faticosamente i conti con la morte della moglie Mia, finchè non riceve un video che ritrae proprio un’impaurita Mia, palesemente minacciata da qualcosa o da qualcuno di poco chiaro. Nonostante gli avvertimenti che la donna lancia dal video stesso, Ethan parte per vederci chiaro, arrivando a una grossa magione in Louisiana. Siamo lontani da Raccoon City, ma ecco ritornare il tema di un’ambientazione leggermente più angusta, tipico del primo Resident Evil. La situazione comincerà ben presto a degenerare quando Ethan conoscerà i proprietari della villa, la misteriosa famiglia Baker, con una mente palesemente distorta e crudele e con qualcosa di sovrumano in loro. Al contrario di altri concorrenti horror, però, qui Ethan avrà dalla sua la possibilità di procurarsi qualche arma come pistole e fucili ma anche un lanciafiamme, importantissimo in alcuni frangenti. Ciononostante, il suo viaggio all’interno della dimora dei Baker si dimostrerà un vero inferno. 



Resident Evil 7: Biohazard sarà disponibile a partire dal 24 gennaio per tutte le moderne piattaforme da gioco, dunque PC, XboX One e Playstation 4. Il sospirato cambio di rotta già intravisto nei primi video e trailer sembra davvero essere stato realizzato a regola d’arte. Il RE Engine, motore grafico nuovo di zecca creato apposta per questo Resident Evil, svolge il suo dovere in maniera egregia aiutato anche dalla visuale in prima persona e da una valida colonna sonora, per nulla opprimente ma che contribuisce a rendere ancor più memorabili i momenti più concitati. Capcom sembra aver imparato dagli errori che hanno decretato il parziale insuccesso di Resident Evil 5 e 6 e il fallimento del recente spin-off Umbrella Chronicles, optando da una parte per una decisa sterzata verso le cupe atmosfere del passato, e dall’altra strizzando l’occhio alle moderne tecnologie. Ciliegina sulla torta è un ottimo supporto per le tecnologie VR, fattore che aumenta ancora di più quel fattore immersione che costituisce la miglior freccia all’arco di questa nuova incarnazione della saga di RE. Da provare.

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